Vaticano – “La vita si fa storia”: 54° Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali

01 Ottobre 2019
Foto © Vatican Media

(ANS – Città del Vaticano) - Con questo bellissimo titolo, Papa Francesco ha presentato, lo scorso 28 settembre, la 54° Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che sarà celebrata nel 2020. "Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria di tuo figlio (Es 10,2). La vita si fa storia”. Scegliendo questo tema, il Papa sottolinea quanto sia prezioso il patrimonio della "memoria" nella comunicazione e la capacità di raccontare belle storie alle generazioni future. Non c'è dubbio che "educare con le storie ci aiuta ad affrontare situazioni diverse in un mondo complesso, mutevole e sconcertante", ha scritto D. Chomskim.

Il Papa ha sottolineato in molte occasioni che non c'è futuro senza memoria della storia vissuta. Ci ha aiutato più volte a capire che la memoria non deve essere considerata come qualcosa di "statico", ma piuttosto come una "realtà dinamica". Attraverso la memoria si passa da una generazione all'altra: storie, speranze, sogni ed esperienze. Ci ricorda anche che ogni storia nasce dalla vita e dall'incontro con l'altro.

Gesù ricorreva alle "Parabole" per comunicare la forza vitale del Regno di Dio, lasciando gli ascoltatori liberi di ascoltarle e di relazionarsi poi con loro stessi. La forza di una storia si esprime nella sua capacità di generare un cambiamento. Una storia esemplare ha infatti un grande potere di trasformazione.

In un contesto come quello attuale, in cui ci sono innumerevoli interazioni attraverso i social network, si parla di un’informazione che si ottiene attraverso le storie. Afferma C. Cox che “il formato delle storie sta per diventare il modo principale in cui gli utenti condivideranno le informazioni”.

Leggendo il titolo della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali ci si pone una domanda: “Cosa avremo da dire alle prossime generazioni?”. In questi anni, Papa Francesco ci ha proposto cinque storie:

-        “Che ogni essere umano, uomo, donna, ragazzo, ragazza è l'immagine di Dio": noi siamo l'immagine di Dio.

-        “Che vivere insieme è un'arte, un cammino paziente, bello e affascinante": siamo nati per vivere in comunità e in comunione.

-        “Che ognuno ha la sua idea del bene e del male e deve scegliere di seguire il bene e combattere contro il male. Questo basterebbe a rendere il mondo un posto migliore": che le nostre azioni vanno a beneficio degli altri.

-        “Che la natura non è una proprietà di cui possiamo abusare a nostro piacimento, tanto meno la proprietà di pochi, ma un dono di tutti, che dobbiamo custodire": che il nostro mondo è la nostra casa.

-        “Paradiso è una delle ultime parole pronunciate da Gesù sulla Croce, rivolta al buon ladrone": che il nostro posto è il paradiso.

Ancora una volta, il Pontefice pone al centro della sua riflessione la persona, con le sue relazioni e la sua innata capacità di comunicazione.

InfoANS

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