Spagna – Il Cammino di Santiago, un momento speciale per prepararsi alla Pasqua

17 Aprile 2019

(ANS – Madrid) – Tra le migliaia di pellegrini che arrivano ogni anno alla Cattedrale di Santiago de Compostela, è sempre più frequente vedere gruppi di allievi accompagnati dai loro insegnanti. Diversi centri salesiani offrono questa esperienza ai loro studenti durante tutto l’anno e alcuni proprio nei giorni che precedono la Settimana Santa. È il caso dei centri “San Miguel Arcángel-Salesianos Paseo de Extremadura”, a Madrid; “Salesianos Loyola” ad Aranjuez; “Salesianos Atocha”, a Madrid; “Salesianos Hermano Gárate”, a Ciudad Real, e “Salesianos La Orotava”, a Santa Cruz de Tenerife.

Tale periodo “viene preferito perché accademicamente più favorevole”, spiega Susana de Torres, insegnante della scuola “San Miguel Arcángel”. E il clima quaresimale pure influisce positivamente: “È un ottimo momento per prepararsi alla Pasqua; infatti, molte volte abbiamo fatto coincidere il nostro arrivo a Santiago con la Domenica delle Palme, per riflettere poi insieme sull’analogia degli ingressi festanti in città, per Gesù, e per gli allievi” spiega il prof. di Ciudad Real, Enrique Ruiz.

La scuola “San Miguel Arcángel” organizza la partecipazione dei suoi allievi al Cammino di Santiago per “curare pastoralmente i corsi intermedi” della scuola secondaria, aggiunge la prof.ssa de Torres. Sin dall’inizio di questa che sta divenendo una bella tradizione, i centri salesiani hanno trasmesso agli studenti la motivazione centrale di questa attività: “Deve essere chiaro che si tratta di un pellegrinaggio, non di un viaggio culturale o sportivo”.

Infatti nel cammino la fede costituisce il filo conduttore, con quelle proposte che vengono già fatte quotidianamente nei centri educativi, ma che assumono un protagonismo speciale nei giorni di pellegrinaggio. In alcune occasioni si usano anche dei simboli, magari tra le frecce gialle che indicano il percorso del Cammino e “quelle persone che Dio mette sul nostro percorso come guide”, aggiunge ancora la docente.

“Cerchiamo di far sì che il pellegrinaggio favorisca l’incontro con se stessi, con gli altri e con Dio” aggiunge un’altra professoressa, Celia Antolín, del centro di Loyola-Aranjuez.

Le lunghe ore a piedi favoriscono la solidarietà e le riflessioni approfondite. “Tutte le difficoltà vengono affrontate in un grande spirito di famiglia… Le grandi domande che si fanno sono tutte su se stessi” dice il prof. Ruiz. L’esperienza dimostra che strada facendo i ragazzi si addentrano nel loro rapporto con la famiglia, gli amici e Dio, “mostrando in alcuni casi preoccupazione per la loro fede”, come sottolinea la prof.ssa Belén Espárrago, anche lei dell’istituto “San Miguel Arcángel”.

“Le ore di cammino ci danno l’opportunità di parlare di molti di questi argomenti, e in modo molto più naturale di come si può fare a scuola” conclude la prof.ssa Antolín. “Per noi è qualcosa di molto gratificante, e ancora più quando vedi che si appoggiano su di te, ascoltano i tuoi consigli, ti ringraziano per il tuo incoraggiamento e il tuo accompagnamento. Ho passato molto tempo in un centro giovanile come animatrice e venire qui mi ha fatto tornare a quegli anni”, aggiunge il suo collega di Loyola-Aranjuez, Javier Luengo.

E, come sottolinea giustamente il prof. Ruiz, “l’insegnante è solo un pellegrino in più”.

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