Italia - Basilica del Sacro Cuore – Il Rettor Maggiore celebra l’Immacolata, “giorno sorgivo” della missione salesiana

08 dezembro 2025
There is no translation available.

(ANS – Roma) - Nella mattinata dell’8 dicembre, il Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, don Fabio Attard, XI Successore di Don Bosco, ha presieduto la solenne Eucaristia per la festa dell’Immacolata Concezione nella Basilica del Sacro Cuore di Gesù a Roma. Accanto a lui hanno concelebrato numerosi Consiglieri generali, Salesiani provenienti dalla Sede centrale e molti altri laici e religiosi della parrocchia, riuniti per celebrare una ricorrenza che, per i figli di Don Bosco, è un vero “giorno delle origini”.

 “Maria, tabernacolo vivente: in Lei l’umano e il divino si incontrano”

Nell’introduzione alla celebrazione, il Rettor Maggiore ha invitato l’assemblea a volgere lo sguardo a Maria, “colei che ha atteso e accolto la Parola nel cuore, facendosi tabernacolo vivente del Figlio di Dio”.
Con questa consapevolezza, ha ricordato che l’Immacolata è una festa profondamente legata alla vocazione salesiana: “Per noi Salesiani – ha affermato – questo è il giorno in cui Don Bosco riconosce l’inizio della nostra esperienza missionaria e oratoriana. Ogni 8 dicembre ritorniamo a quella grazia sorgiva per capire chi siamo e per chi siamo mandati”.

Una solennità che mette l’umano davanti al divino

Nell’omelia, don Attard ha collocato la festa dell’Immacolata dentro il cammino di Avvento: un itinerario che prepara all’evento che cambia la storia, la nascita di Gesù. “La solennità dell’Immacolata – ha detto – ci porta nel cuore di un’esperienza unica che appartiene a Maria, ma che è aperta a tutti noi: un’umile ragazza che si trova davanti al progetto di Dio. Ogni festa mariana è un’occasione perché la nostra storia personale si lasci raggiungere da questo punto in cui il divino e l’umano si incontrano”.

Maria diventa così la figura che rivela la gratuità di Dio: un Dio che interviene non per condannare ma per rialzare, che si fa vicino nella vulnerabilità, che dona prima ancora che l’uomo si accorga di essere amato. “Il cammino della fede – ha spiegato – è sempre questo dinamismo: Dio che non si stanca mai di venirci incontro, e l’uomo che, nella libertà, risponde. Dio non obbliga: attende una risposta libera e amorosa.”

Maria, sorpresa e audacia davanti all’amore

Don Attard ha mostrato come l’esperienza di Maria rispecchi le dinamiche più profonde della vita umana: sorpresa, timore, dubbio, tremore di fronte a qualcosa che supera. “Ma l’amore di Dio non è mai lontano”, ha precisato. “Come per Maria, anche per noi la maturità della fede non consiste anzitutto nel fare, ma nel riconoscersi amati. Da lì nasce la disponibilità a dire: ‘Signore, non lo merito, ma eccomi’.” Rileggendo la pagina della Genesi, il Rettor Maggiore ha ricordato che Dio condanna il serpente, ma dialoga con Adamo ed Eva, apre loro una strada, li accompagna: “Questo è il Dio che Gesù ci rivela, il Dio della promessa che ci chiede di collaborare al suo progetto di amore.”

Il legame con Don Bosco: l’oratorio come frutto della gratuità ricevuta

Entrando nel cuore della tradizione salesiana, il Rettor Maggiore ha collegato l’esperienza di Maria a quella di Don Bosco: “Quando Don Bosco, 184 anni fa, incontrò Bartolomeo Garelli, non fece altro che ciò che aveva ricevuto: l’amore di Dio che non si può tenere per sé. Il dono va vissuto e condiviso.”

Ha ricordato, con immagini vive, il sogno dei nove anni, le trasformazioni dei “ragazzi‑animali” in “agnelli”, il secondo sogno che li vede diventare pastori, fino all’esperienza concreta dell’Oratorio: un luogo dove i giovani – soprattutto i più feriti – possono toccare l’essere amati, accompagnati, ascoltati.
“Questo è il paradigma di Maria: turbamento, timore, ma alla fine piena disponibilità. Così nasce anche la missione salesiana”.

Una chiamata alla speranza nel vuoto contemporaneo

In un passaggio molto attuale, il Rettor Maggiore ha osservato come la società odierna sia “piena di vuoto”, e come i cristiani rischino di limitarsi a commentarlo. “Maria ci ricorda – ha detto – che l’amore di Dio ci visita e ci rimette in piedi. Quando lo riconosciamo, come lei ci alziamo e andiamo in fretta: non c’è tempo da perdere. È la vocazione di ogni battezzato, ed è la nostra vocazione salesiana”.

Al termine della Messa: il gesto simbolico dell’Oratorio nascente

Al termine della celebrazione, il Rettor Maggiore e tutti i concelebranti si sono raccolti intorno all’altare di Maria Ausiliatrice all’interno della basilica.
Lì è stato letto, dalle Memorie dell´Oratorio, il celebre episodio dell’8 dicembre 1841: l’incontro tra Don Bosco e Bartolomeo Garelli, il primo “Ave Maria”, il seme dell’Oratorio.

Dopo la lettura, l’intera assemblea ha pregato insieme l’Ave Maria, unendosi spiritualmente a tutti i Salesiani del mondo che in quel giorno ricordano le origini della loro vocazione e affidano alla Madonna la missione educativa ed evangelizzatrice verso i giovani.

La celebrazione si è conclusa in un clima di gratitudine e di rinnovata consegna a Maria Immacolata, perché – come ricordava Don Bosco – “tutte le più grandi cose sono cominciate con un’Ave Maria”.

InfoANS

ANS - “Agência iNfo Salesiana” - é um periódico plurissemanal telemático, órgão de comunicação da Congregação Salesiana, inscrito no Registro da Imprensa do Tribunal de Roma, n. 153/2007. 

Este sítio utiliza ‘cookies’ também de terceiros, para melhorar a experiência do usuário e para fins estatísticos. Escorrendo esta página ou clicando em qualquer de seus elementos, aceita o uso dos ‘cookies’. Para saber mais ou negar o consentimento, clique na tecla "Mais informações".