Un patto globale per l’educazione. La grande utopia di Papa Francesco
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08 Septiembre 2025
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Il volume, del quale proponiamo una parte della presentazione, è stato pubblicato venerdì, 18 aprile 2025, appena 4 giorni prima della morte di Papa Francesco. Segue e completa la precedente pubblicazione, intitolata “Francesco e i giovani. Un amore a prima vista”. Esse, insieme, riportano in ordine cronologico la maggior parte dei Discorsi del Pontefice argentino, rivolti ai giovani di tutto il mondo in occasione dei suoi viaggi apostolici, che costituiscono un corpus pedagogico estremamente ricco. Entrambe le raccolte sono a cura del salesiano don Francesco Macri.

Con uno sguardo acuto e moderno affrontano le grandi sfide educative della modernità. Non si limitano a dare una semplice lettura analitica e critica delle situazioni di fatto, ma offrono suggerimenti e proposte perché abbiano una soluzione, uno sbocco positivo per l’umanità di ciascuno e di tutti nella piena consapevolezza che molte di queste problematiche sono risolvibili soltanto a condizione che ci sia un patto collaborativo della società nel suo complesso: famiglia, scuola, istituzioni civili, religiose, politiche.

Nonostante siano stati sollecitati da circostanze occasionali e, quindi, siano naturalmente segnati da una certa episodicità, frammentarietà, questi discorsi sono tenuti insieme da una sottesa chiara visione culturale dentro la quale prendono forma e maturano proposte, istanze, rispondenti ai molteplici bisogni educativi del variegato e inquieto universo giovanile contemporaneo.

Sono la versione pedagogica “in pillole” dei maggiori e più ampiamente articolati documenti del suo magistero pontificio. In particolare: le Encicliche (Dilexit nos, Fratelli tutti, Laudato si’, Lumen fidei); le Costituzioni Apostoliche (Predicate Evangelium, Pascite gregem Dei, Episcopalis communioVeritatis gaudium, Vultum Dei quaerere); le Esortazioni Apostoliche (Laudate Deum, Querida Amazonia, Christus vivit, Gaudete et exultate, Amoris laetitia, Evangelii gaudium). 

Non si riducono a paterne e bonarie esortazioni moralistiche; sono dense sintesi di tematiche socio-pedagogiche che offrono, sebbene per rapidi cenni, una lucida lettura della complessa realtà nella quale tutti siamo immersi; che danno puntuali indicazioni di come bisognerebbe comportarsi per vivere in pienezza la propria libertà e dignità umana; che suggeriscono concrete azioni per modificare le dinamiche negative di questa nostra società “liquida”. Hanno un taglio prospettico moderno, sono l’eco di ampie e approfondite letture.

Il linguaggio usato è vivace, brillante, coinvolgente, a volte spiritoso, ironico, tipico della lingua parlata popolare, ricco di immagini suggestive, ravvivato da originali neologismi “spagnoleggianti” che catturano l’attenzione e rendono indimenticabile il messaggio veicolato. Ovviamente, non è stato questo l’interesse che ci ha mossi per metterli insieme e riproporli alla lettura, quanto, piuttosto, lo spessore innovativo dei contenuti, la rigorosità del ragionamento, la forza persuasiva a prendere consapevolezza delle forti contraddizioni della società, la capacità a suscitare desideri per modificarla vincendo pigrizie e sterili attendismi, la qualità pedagogica per supportare i giovani nel loro cammino di crescita umana e spirituale. 

Questi “discorsi”, in quanto indirizzati a giovani, toccano problematiche tipiche della loro età. Ma la riflessione non si ferma qui, procede oltre, descrive anche come sfondo lo scenario sociale e culturale del quale questi giovani sono figli e che pesantemente li condiziona. 

Vengono richiamati e sottolineati i travolgenti sviluppi scientifici e tecnologici con particolare attenzione quelli relativi all’intelligenza artificiale generativa, le profonde e conflittuali divaricazioni tra Nord e Sud del mondo, la crescente concentrazione del potere politico-economico-comunicativo nelle mani di pochi oligarchi, la corsa frenetica agli armamenti tradizionali e nucleari, il saccheggio sconsiderato delle risorse naturali e i conseguenti squilibri e deturpazioni della natura, le forzate migrazioni di massa a causa di guerre, carestie, persecuzioni religiose ed etniche, le ingiustizie sociali, lo scandalo disumano della morte per fame e malattia di milioni di esseri umani, l’inaridimento delle relazioni interpersonali, la forzata proiezione dalla dimensione “reale” a quella “virtuale”, indotta dall’uso compulsivo dei social. 

Richiamano con insistenza che la storia contemporanea, come un torrente in piena, sta forzatamente travolgendo all’indietro tutti a causa di anacronistici conflitti che si ritenevano definitivamente superati, dell’insorgenza di nazionalismi prevaricatori, aggressivi. Fanno intendere che il bene come anche l’amore, la giustizia, la solidarietà non si raggiungono una volta per tutte ma vanno conquistati faticosamente ogni giorno. Che il “pensiero unico” dominante compatta sì, per alcuni aspetti, il mondo ma divide e contrappone profondamente le persone e le nazioni, che paradossalmente la società globalizzata ci rende più vicini, ma non più amici e fratelli, privilegia gli interessi individuali di pochi ma indebolisce la dimensione comunitaria dei più, favorisce l’identità dei potenti che proteggono sé stessi e i loro interessi ma dissolve quella dei deboli e poveri sprofondandoli sempre più in basso. 

Evidenziano come nuove forme di colonizzazione culturale dissolvono la coscienza storica, il pensiero critico, l’impegno per la giustizia, i percorsi di integrazione e svuotano di senso o alterano le grandi parole come democrazia, libertà, giustizia, solidarietà, equità, unità per giustificare qualsiasi azione violenta e sopruso. Come, in diversi Paesi si nega a troppi, in particolare se donne e vecchi, il diritto di pensare e agire liberamente, non si accoglie la loro parte di dignità e verità, i loro valori, si pone tutti contro tutti; come aumentano le distanze e come il cammino verso un mondo unito e più giusto subisce un drastico arretramento; come le persone non sono più sentite come un valore primario, assoluto da rispettare e tutelare, ma come un oggetto di cui servirsi e approfittare; come i diritti umani non sono considerati uguali per tutti, perché, come scriveva George Orwell nel suo celebre libro, “La fattoria degli animali”, c’è sempre qualcuno che si considera più uguale degli altri. 

Anche se con semplici cenni, questi discorsi di Papa Francesco richiamano l’attenzione degli ascoltatori sulle numerose contraddizioni delle nostre società e inducono a chiedersi se davvero l’eguale dignità di tutti gli esseri umani, solennemente proclamata dall’ONU oltre 70 anni or sono, sia effettivamente riconosciuta, rispettata, protetta e promossa; se le numerose forme di ingiustizia esistenti non siano determinate da visioni antropologiche riduttive e da un modello economico e finanziario fondato solo sul profitto; se sia accettabile che una piccola parte dell’umanità viva nell’opulenza, mentre l’altra restante veda la propria dignità disconosciuta, disprezzata, calpestata e i suoi diritti fondamentali ignorati o violati; se sia tollerabile, malgrado la comunità internazionale abbia adottato numerosi accordi e avviato diverse strategie per porre termine alla schiavitù, che milioni di persone vengano private della libertà e costrette a sopravvivere in condizioni subumane. 

Questi discorsi non trascurano neanche il grande tema dell’illusione della comunicazione, creata dai moderni social digitali il cui uso prolungato espone, soprattutto i bambini e i giovani, al rischio di dipendenza, di iso- lamento, di progressiva perdita di contatto con la realtà concreta per privilegiare quella virtuale, ostacola lo sviluppo delle relazioni interpersonali autentiche, non aiuta a costruire un “noi”, una vera “comunità di persone”, ma dissimula e amplifica un individualismo narcisistico che si esprime spesso nella xenofobia, nel disprezzo, nella violenza verbale, nella pura alienazione in un mondo fittizio e immaginario. Può rendere raggiungibile e comprensibile un enorme patrimonio di conoscenze scritto in epoche passate o far comunicare le persone in lingue per loro sconosciute, ma, al tempo stesso, può essere strumento di “inquinamento cognitivo”, di alterazione della realtà tramite narrazioni parzialmente o totalmente false, eppure, credute – e condivise – come se fossero vere. Basti pensare al problema della disinformazione nella fattispecie delle fake news, che, oggi, si avvale del deep fake, cioè della creazione e diffusione di immagini che sembrano perfettamente verosimili ma sono false, oppure di messaggi audio che, imitando la voce di una persona, dicono cose che la stessa non ha mai detto. 

Il Patto educativo globale 

A fronte di queste sfide e di altre che qui, per ragioni di spazio, non sono state da noi richiamate, ma che anch’esse sono di grande interesse e rilevanza, che fare concretamente su un piano educativo? Come predisporre i giovani ad essere veri protagonisti della loro vita, soggetti attivi del loro futuro? Come renderli cittadini consapevoli e responsabili del mondo nel quale vivono e soffrono? Come accrescere la loro umanità? Come aprire orizzonti di fede che trascendano la semplice dimensione storica? 

Sono alcune delle domande di fondo che Papa Francesco si pone e pro-pone ai suoi giovani ascoltatori alle quali cerca di rispondere con questi discorsi che noi abbiamo raccolto, e che trovano, come abbiamo già detto, più ampio sviluppo nelle sue Encicliche, Costituzioni apostoliche, Esortazioni apostoliche che hanno riscosso, ovunque, grande risonanza e grande consenso. 

Il Papa è convintamente consapevole che siamo di fronte ad una vera emergenza educativa la cui soluzione richiede una risposta corale di tutti: famiglie, scuola, università, istituzioni civili e religiose nazionali e internazionali, Stati. Per questo si è fatto promotore di un grande progetto, da lui chiamato “Patto educativo globale” che, per alcuni aspetti, può essere considerato la prosecuzione e lo sviluppo di quanto già promosso dall’Unesco con alcuni suoi importanti rapporti che hanno segnato profondamente la riflessione pedagogica, ma anche la pratica educativa, di questi ultimi decenni: “La crisi dell’educazione nel mondo” (“The World Educational crisis”) del 1968; “Imparare ad essere” (“Learning to be: the world of education today and tomorrow” ) del 1972; “Nell’educazione un tesoro” (“Learning: The treasure withing”) del 1997; “Educazione alla cittadinanza globale” (“Global Citizenship education”) del 2015; “Ripensare l’educazione verso un bene comune globale” (“Chair on education for Human Development and Solidarity among Peoples”) del 2019; “Re-immaginare i nostri futuri insieme: un nuovo contratto sociale per l’educazione“ (“Reimagining our Futures together: a new social contract for education”) del 2021. 

Ma nel progetto del Papa c’è qualcosa in più rispetto a questi documenti dell’Unesco, c’è un aspetto non affatto trascurabile da un punto di vista antropologico ed educativo: l’uomo si realizza compiutamente se si apre alla fraternità, alla gratuità, alla solidarietà ma anche alla trascendenza, se non fa coincidere il suo orizzonte di vita con l’orizzonte fisico di questo mondo, se tutto ciò che fa, tutto ciò che è non va perduto con la morte, ma viene fissato nell’eternità in un abbraccio definitivo in Dio, cercato e amato. 

Naturalmente Papa Francesco non è così ingenuo da immaginare che la soluzione dei problemi sociali, economici, ecologici, razziali, militari, ecc. che gravano sul mondo e lo lacerano, dipenda dalla semplice proposta e azione educativa. La sua esperienza di leader internazionale gli fa comprendere bene come sia indispensabile una forte e illuminata governance politica. Ma è altrettanto convinto che questa non sia affatto sufficiente perché all’origine di ogni problema, non solo individuale ma anche collettivo, c’è sempre l’uomo, con la sua intelligenza, volontà, responsabilità e, quindi, con le sue eventuali scelte sbagliate, con i suoi deliri di possesso e di potere, con la sua bramosia di prevaricazione. Pertanto, diventa ineludibile operare su questo fronte per mezzo di un’educazione che renda l’uomo più umano e lo riscatti dalle sue negatività, lo liberi dalle sue insicurezze, provvisorietà, individualismi esasperati, dalle sue vacuità culturali, dalla sua incapacità di guardare al futuro suo e degli altri, dai suoi deliri di onnipotenza di credere di poter bastare a sé stesso senza la necessità di aiuto dei suoi simili e di Dio.

La pubblicazione extracommerciale di entrambi i volumi, con uno sviluppo complessivo di 536 pagine, è stata promossa dalla Fondazione CNOS-FAP ETS di Roma.

InfoANS

ANS - “Agencia iNfo Salesiana” - es un periódico plurisemanal telemático, órgano de comunicación de la Congregación Salesiana, inscrito en el Registro de la Prensa del Tribunal de Roma, Nº. 153/2007.

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