Ma se questi modelli di vita cristiana e salesiana sono tra loro tutti originali e irripetibili, per tutti è analogamente necessaria l’adozione di utili strategie per diffonderne la fama e la devozione. Perché non ci possono essere nuovi Santi e Sante nella Famiglia Salesiana se non c’è chi s’impegna per far conoscere, divulgare e imitare le figure insigni sorte alla scuola di Don Bosco. Come ha detto con tono affabile, ma convinto, il Postulatore Generale per le Cause dei Santi della Famiglia Salesiana, don Pierluigi Cameroni, rivolgendosi ai vicepostulatori, promotori e animatori delle diverse Cause radunati a Valdocco, la domanda da porsi ogni giorno nell’esame di coscienza è: “Cosa ho fatto oggi per far avanzare la Causa a me affidata?”.
La mattina del secondo giorno del seminario sulla santità salesiana in corso a Torino ha cercato di rispondere a questa salutare provocazione con una serie di interessanti esempi di buone pratiche.
Tra gli elementi comuni a tutte le Cause, ci sono certamente le celebrazioni mensili (preghiere, novene, liturgie) in occasione delle ricorrenze più significative delle loro vite; il coinvolgimento delle realtà civili e diocesane locali, spesso anch’esse favorevoli, se non proprio entusiaste, di collaborare nella presentazione delle “eccellenze locali”; la valorizzazione dei luoghi da loro vissuti – e dove possibile, la ricerca di sinergie con altre eventuali Cause dei medesimi territori; la costanza nel portare avanti le attività, per tenere sempre vivo il fuoco della devozione; i gemellaggi tra le terre di origine e di destinazione nel caso della santità missionaria; la base fondamentale costituita dalla raccolta attenta e qualificata di tutti gli elementi documentali delle biografie…
Al tempo stesso, ogni esperienza di promozione delle Cause ha anche le sue peculiarità e i propri accorgimenti per diffondersi. In alcuni casi, come per don Convertini e don Beltrami, fondamentale è stato il coinvolgimento dei laici: la Causa di don Beltrami, la seconda avviata dalla Congregazione dopo quella di Don Bosco, è stata ripresa e rilanciata dopo decenni d’inerzia grazie all’impegno della cittadinanza di Omegna, suo Paese natale; e nel caso di don Convertini, da anni, sono infatti proprio i laici e le istituzioni locali che organizzano processioni e fiaccolate per la pace, oltre che progetti caritatevoli, in onore del Venerabile salesiano, e per arrivare anche ai ragazzi e ai bambini la sua figura è stata raccontata in un fumetto e viene illustrata nelle scuole.
Nei casi di suor Teresa Valsé Pantellini e del Servo di Dio don Andrea Majcen, invece, sono le rispettive famiglie religiose a portare avanti le Cause. Ciò ha significato l’adozione di altre e diverse risorse creative: dagli spettacoli teatrali all’organizzazione di incontri virtuali tra religiosi e non solo, dai video divulgativi ai canti, dai convegni e le giornate di studio, con tanto di pubblicazione degli atti, all’allestimento di “case-museo” e mostre mobili...
Iniziative di ogni tipo, per forme di santità di ogni tipo: d’altra parte, come aveva ricordato in precedenza il Delegato Centrale del Rettor Maggiore per il Segretario per la Famiglia Salesiana, don Joan Lluís Playá, nell’Eucaristia d’apertura della giornata, attraverso i Santi Dio offre all’umanità infiniti esempi di vita piena.
