RMG – I missionari della 154ª Spedizione Missionaria Salesiana: Soosai Arputharaj, dall’India (INM) alla Romania (INE)

(ANS – Roma) – Non solo l’incontro diretto con le figure dei missionari, ma talvolta semplicemente l’eco delle loro azioni e del loro apostolato può fare da ispirazione per i missionari di oggi. È quanto ci testimonia oggi il salesiano in formazione Soosai Arputharaj, mentre condivide anche molto altro di sé e della sua vita.

Puoi presentarti?

Sono Soosai Arputharaj e vengo dal Tamil Nadu, nel Sud dell’India. Vengo da un villaggio cattolico chiamato Michaelpalayam, nel distretto di Erode, nel Tamilnadu, India. La mia famiglia è composta da cinque membri: i miei genitori, mia nonna, mio fratello minore ed io. Nel mio villaggio molti sono diventati sacerdoti e questo desiderio è stato presente in me fin dalla più tenera età. Anche i miei genitori e i miei parenti mi hanno incoraggiato a rafforzare la mia vocazione al sacerdozio, ed io sono grato a Dio per questa vocazione missionaria.

Cosa ti ha ispirato a prendere la decisione di diventare missionario?

Negli anni della mia formazione ho sentito un forte desiderio di lavorare come missionario, ma per timore non l’ho mai detto a nessuno, anche se questo desiderio cresceva in me di giorno in giorno. Poi ho avuto molti problemi e non ho più pensato a diventare missionario. Quindi, durante uno degli incontri organizzati per noi in Ispettoria, si parlò dell’esperienza missionaria e allora mi chiesi: “Perché non posso diventare missionario ad gentes nella congregazione salesiana?”. In realtà, interpreto quel momento come una “chiamata nella chiamata” alla maniera di Santa Madre Teresa. Senza nemmeno consultare i miei familiari, ho espresso il mio desiderio al Vicario ispettoriale e lui mi ha guidato nei passi successivi; è stato lo Spirito a guidarmi a prendere questa decisione, spingendomi a dire “sì” al Signore, a essere sua testimonianza e persino a morire per lui.

Sei contento del luogo in cui stai andando? Hai timori o preoccupazioni riguardo al nuovo luogo, alla cultura e alla gente?

La mia ambizione era quella di servire nei Paesi africani, in particolare in Sudan, dove la gente soffre a causa della violenza e dei pregiudizi. Ho espresso il mio desiderio al Consigliere per le Missioni, quando ho dato disponibilità missionaria, e sono stato guidato. Ho parlato del mio desiderio di andare nel luogo in cui Dio vuole che vada e mi hanno suggerito di andare in Romania, nell’Europa orientale. Sono entusiasta di andare in questo nuovo luogo di missione, che avrà una cultura, un cibo e una lingua diversi. Credo fermamente che Dio abbia un piano per tutti, anche per me, e che mi stia chiamando ad andare in Romania per lavorare per quei giovani che sono senza casa e in situazioni di disagio. Ho accettato questo mandato con entusiasmo, confidando nella guida di Maria e nella protezione e benedizione di San Giovanni Bosco.

Come hanno reagito familiari, amici e confratelli quando hai detto loro della tua vocazione missionaria?

I miei familiari hanno risposto prontamente “Sì” quando ho comunicato il mio desiderio, e mi hanno sostenuto e incoraggiato pienamente. Ho informato mio padre del mio desiderio e lui mi ha detto che mi avevano completamente abbandonato al Signore e che non avrebbero interferito con il piano di Dio. Anzi, mi disse che avevamo ricevuto la fede dai missionari e che toccava a noi andare a proclamare la Parola di Dio alle persone di altri Paesi. I miei genitori mi hanno riempito di speranza e di forza. Anche i miei confratelli sono stati molto incoraggianti e mi hanno dato molti consigli, anche se alcuni erano apprensivi e mi hanno suggerito di non andare in missione. Ma non ci ho mai pensato due volte, ho riposto tutta la mia fiducia in Dio e spero e continuo a credere che Dio sia sempre vicino a me quando affronto qualsiasi sfida.

Quali sono i tuoi progetti e sogni per la vita missionaria?

I miei progetti e sogni per la mia vita missionaria sono semplicemente di dare il buon esempio e ispirare molti altri giovani a diventare buoni cristiani e onesti cittadini del Paese. Voglio creare un forte legame con i giovani, in particolare assistere quelli che vivono in povertà, aiutarli ad avere una buona educazione, fornire loro un buon ambiente e prendersi cura delle necessità per il loro benessere. Soprattutto voglio essere pienamente disponibile per loro, conoscere la cultura locale e stabilire relazioni e contatti positivi con tutti.

Ha in mente qualche modello di grande missionario di cui vuoi seguire lo stile e la vita?

Non ho mai conosciuto nessun missionario, ma ho sentito parlare di alcuni che hanno illuminato la vita delle persone e dato loro speranza. Ho sentito parlare di don Francis Guezou, don Joseph Murphy, don Joseph Carreno e don Egidius Sola durante i miei periodi di formazione e gli studi universitari. Queste persone hanno lasciato un’eredità erigendo numerose strutture a beneficio degli studenti e della loro istruzione e sono ancora impressi nel cuore della gente. Hanno lavorato duramente e si sono messi a disposizione delle missioni con un una vita di preghiera, con il senso del lavoro e della pianificazione e con una grandissima di dedizione. Ho imparato queste tre virtù dalla vita di questi missionari e spero di imitarli.

Qual è il tuo messaggio ai giovani in merito alla scelta missionaria e alla vocazione?

Oggi i giovani non sanno come prendere decisioni importanti per la loro vita, perché spesso vivono in un mondo virtuale, sono smarriti e confusi, e non c’è nessuno che li guidi. Ma Dio ha un piano per ognuno di noi. Il mio messaggio per i giovani, specialmente per quelli depressi e confusi, è che dovrebbero sempre afferrare le mani della Madonna, che si prenderà cura di tutto, e sperimenteranno la sua guida e vedranno miracoli nella loro vita.

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