Il Ciad vive una profonda crisi sociale ed economica. Milioni di profughi, dal 2023, cercano di fuggire in Sudan. E chi rimane deve affrontare tanti ostacoli, tra cui c’è la difficoltà legata all’energia: un problema vissuto anche dagli oltre 100.000 abitanti di Sarh, terza città del Paese, dopo la capitale N’Djamena e Moundou.
L’educazione a Sarh, tra sfide e possibilità
Nel Paese centrafricano è normale fare scuola sotto un grande albero. L’immagine può sembrare poetica e suggestiva, ma in realtà è sinonimo di immense difficoltà: se piove, infatti, tutto si ferma; e si è sempre soggetti a qualsiasi intemperia. Il centro salesiano di Sarh, da parte sua, ha permesso agli studenti di avere degli spazi coperti a disposizione. Ma quando fa buio, i bambini fanno fatica a terminare i compiti e i ragazzi più grandi non possono usare i computer. La testimonianza di Yannick, 15 anni, ragazzo che frequenta ogni giorno il locale “Centro Don Bosco”, descrive con chiarezza questa difficoltà.
“Vengo spesso qui dai salesiani. Per me significa poter leggere e studiare, perché qui c’è la Nouvelle-Élysée, una biblioteca fornita, che contiene libri che a casa non abbiamo e dove posso approfondire la mia cultura. E poi c’è anche un laboratorio informatico: posso lavorare anche al computer. Purtroppo, però manca spesso la corrente elettrica: anche qui al Centro Don Bosco, come in tutta la città. Non c’è luce… e questo rallenta tutto”.
“Quando non abbiamo elettricità a volte accendiamo il generatore elettrico, ma è eccessivamente costoso e il gasolio è difficile da trovare” conferma Pierre Claver Agbetiafan, salesiano coadiutore, Direttore dell’oratorio della missione.
L’energia che c’è: trasformare la luce in corrente per le aule e i laboratori
L’assenza di luce a Sarh non è un banale inconveniente: è una privazione di opportunità, perché in un Paese dove già alle 11 del mattino le temperature sono insopportabili, studiare o frequentare la scuola di sera è quasi una necessità.
Ma il clima non è solo un limite, può essere anche un’enorme risorsa: il Ciad, infatti, è uno dei Paesi più soleggiati al mondo.
Per questo la Fondazione DON BOSCO NEL MONDO, contatta per un aiuto solidale dai salesiani della missione di Sarh, ha ideato un significativo progetto: vuole installare 40 pannelli solari sul Centro Don Bosco, per garantire energia pulita e stabile ai 500 bambine e bambini iscritti alla scuola dell’infanzia e alla scuola primaria, ai 50 giovani che studiano informatica dai PC dell’istituto, e ai circa 5.000 ragazze e ragazzi che frequentano il centro giovanile.
“Stiamo soffrendo e chiediamo ai Salesiani di aiutarci e di trovare qualche soluzione per l’elettricità, così da poter venire a studiare in biblioteca anche di sera, lavorare al computer, o svolgere altre attività al centro anche durante le ore serali, visto che ora purtroppo tutto è fermo” conclude Yannick.
In questo periodo d’Avvento che avvicina al Natale e alla Luce vera che entra nel mondo, dalla Fondazione DON BOSCO NEL MONDO arriva l’invito a partecipare ad un semplice, ma importante progetto, in grado di trasformare la luce solare in luce ed energia per Yannick e per gli altri circa cinquemila giovani che frequentano il “Centro Don Bosco” di Sarh.
Per ulteriori informazioni, visitare il sito: https://donbosconelmondo.org/
