Italia – Giovani, digitale e pastorale giovanile: la seconda parte dell’intervista a don Gildasio Mendes, Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale

(ANS – Torino) – Per i lettori di ANS viene presentata oggi la seconda parte dell’intervista che il Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale, don Gildasio Mendes, ha concesso a don Bruno Ferrero, Direttore del Bollettino Salesiano, e che è stata pubblicata nei giorni scorsi sulla rivista Note di Pastorale Giovanile (NPG). In questa seconda serie di domande il Consigliere Generale affronta alcune delle sfide che la rete pone a giovani ed educatori.

Come affrontare il tema della pornografia?

Vorrei rispondere a questa domanda facendo tre affermazioni che possono aiutarci ad affrontare questa situazione in modo educativo, tenendo conto della psicodinamica umana e di ciò che la Chiesa ci insegna.
Partendo dalla prospettiva del digitale, ritengo che i genitori e gli educatori siano chiamati ad affrontare inizialmente la questione della pornografia dal punto di vista della logica del digitale come la questione dell’accelerazione psicologica e psico-fisiche che viviamo all’interno del mondo digitale. Partendo da questa visione, possiamo porci alcune domande: cosa succede a livello psicologico con un adolescente che si espone al mondo digitale in modo continuo e intenso? Cosa accade a livello fisico ed emozionale con la conseguente accelerazione del suo cervello, con i suoi aspetti cognitivi ed affettivi, sull’ansia, la paura, l’insicurezza e conseguentemente con la sessualità? Cosa fa questo adolescente, con pieno accesso a tutte le logiche del mondo digitale con così tante immagini e video a gestire i suoi sentimenti, emozioni, desideri, ormoni e così via?
Viviamo oggi quello che prende il nome di iper sessualizzazione, una nuova realtà nel mondo digitale. L’iper sessualizzazione si manifesta nella iper esposizione del corpo, della performance, del potere e del successo che inducono gli adolescenti e giovani a sperimentare la sessualità attraverso gli stimoli. Nella logica digitale, come abbiamo detto, gli stimoli governano l’immaginazione e le azioni. È quindi importante che i genitori e gli educatori parlino con gli adolescenti e i giovani su come funziona la logica digitale nel contesto dei social network e di Internet. In primo luogo, per comprendere queste dinamiche e approfondire i valori umani e cristiani della sessualità.
Un secondo argomento è l’aspetto fisico che si riferisce all’ideologia che guida il mondo digitale, internet e i social network e al modello di persona umana che viene proposto in questo universo. Il simbolismo e i segni che vengono utilizzati in modo subliminale dalla pubblicità rendono le persone consumatori affamati. C’è tutta una pubblicità che è presente per gli adolescenti e i giovani. Sono strategie di consumo con prodotti che portano il loro impiego fino al punto di essere praticamente "divinizzati" e dove le persone vivono consumando attraverso continui e intensi messaggi. Tutto ciò arriva con immediatezza nel mondo digitale creando un circolo vizioso attraverso un desiderio di consumo continuo e inarrestabile.
Tendenzialmente questa dinamica di accelerazione dei sentimenti, delle emozioni e dell’immaginazione rende le persone indifferenti al loro mondo di consapevolezza critica e riflessione.

Sta dicendo, dunque, che il digitale stimola le persone a entrare in un circolo di costante consumo di sesso?

Alienarsi dai propri sentimenti e vivere l’insoddisfazione nel consumo di beni in modo esagerato e accelerato influisce direttamente sulla sessualità, portando la persona a trasferire questa stessa dinamica al sesso. Stiamo quindi parlando della risposta della sessualità agli stimoli, dell’accelerazione del cervello, dei desideri, della libido e della ricerca di un ambiente (digitale) che offra questi prodotti e un tipo di stile di vita che permetta ed esalti questo costante consumo di sesso.
In altre parole: c’è il rischio che le persone cerchino il sesso senza considerare l’intero aspetto della sessualità umana, che coinvolge i sentimenti, l’amore, i valori, la coscienza, la responsabilità verso gli altri e la fedeltà alla persona.
A volte questi stimoli sono rafforzati dall’uso di suoni che amplificano i desideri e la libido. Altre volte, l’uso di alcune sostanze chimiche, psicotrope, droghe e alcol, porta i giovani a vivere situazioni estreme di perdita di senso, di radicalità verso sé stessi e gli altri, perdendo totalmente il controllo emotivo. Tutto questo diventa per loro un’attrazione a guardare la pornografia come un modo per liberarsi.
Naturalmente la pornografia esisteva anche prima della digitalizzazione e di Internet. Dobbiamo anche ricordare che il tema della pornografia è anche legato a questioni formative, a disturbi psicologici e a realtà culturali, sono queste tematiche complesse che meriterebbero un approfondimento ulteriore.
Seguendo le indicazioni della Chiesa è fondamentale educare a una sessualità matura partendo dall’amore donato, costruendo un progetto di vita in cui la sessualità sia vissuta nella sua interezza come dono responsabile.
La Chiesa cattolica, attraverso il catechismo e gli insegnamenti sulla morale e sulla sessualità, presenta una sicura antropologia e psicologia di come vivere la sessualità e crescere in modo integro e maturo come persona umana che ama e vive la propria sessualità in modo sano e responsabile. “La sessualità esercita un’influenza su tutti gli aspetti della persona umana, nell’unità del suo corpo e della sua anima. Essa concerne particolarmente l’affettività, la capacità di amare e di procreare, e, in un modo più generale, l’attitudine ad intrecciare rapporti di comunione con altri” (2332).

I figli sono consapevoli che per i genitori (e gli educatori) è più importante trascorrere del tempo con loro, piuttosto che tenersi al passo con i social media o rispondere alle email?

Credo che la responsabilità di vivere nel mondo digitale rientri tra i compiti di genitori e figli. Siamo tutti chiamati a educarci per vivere in modo sano, più umano e fraterno all’interno dell’universo digitale. È quindi una questione di dialogo, di ascolto, di amore. Un adolescente che vive in una famiglia e sente il focolare dell’amore avrà un punto di riferimento affettivo importantissimo per crescere con senso etico nel mondo digitale.
Noi sappiamo che nonostante i giovani siano abili a navigare nel digitale, cercano comunque la nostra amicizia, il nostro ascolto, il nostro affiancamento come compagni di viaggio ed educatori. Noi dobbiamo imparare con i giovani e camminare al loro fianco.

Ha mai avuto esperienze di cyberbullismo o conosce qualcuno che ne abbia avute?

Sì, ho visto alcuni casi di cyberbullismo, soprattutto tra gli studenti delle scuole medie. Questo argomento è legato a quanto ho detto prima sulle reazioni intense e talvolta irrazionali causate dagli stimoli aumentati dalla tecnologia digitale. Anche in questo caso, la persona è sempre responsabile delle proprie azioni. Spesso il cyberbullismo dipende dall’educazione della persona, da problemi di natura psicologica, ma la tecnologia diventa nelle mani della persona un pericolo che minaccia l’altro.
Ricordiamoci sempre che uno dei problemi seri del mondo digitale è il potere. Il potere di sedurre, manipolare, mentire, provocare odio e violenza contro gli altri. Ecco perché l’educazione etica alla vita nel mondo digitale è una questione della massima urgenza nelle scuole e nelle nostre famiglie.

In che modo, come educatori, potremmo avere più spirito diniziativa e dipendere meno da videogame e programmi Tv per tenere occupati i ragazzi?

Considerando che viviamo in un mondo digitale e che la televisione, internet e i social network siano tutti collegati, non credo che limitare l’uso dei media sia educativo. Impedirgli di giocare ai video game e trovare un’altra attività per tenerli occupati può produrre un minimo risultato. Il punto non è limitare o evitare, ma educare ad un uso creativo, sano, responsabile ed etico. Ogni famiglia deve pensare a come creare uno stile di vita sano e in equilibrio con i propri figli all’interno dell’habitat digitale.

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