Filippine – “Silsilah”: l’esperienza del dialogo islamo-cristiano a Mindanao

29 Luglio 2019

(ANS – Zamboanga City) – Don Eugene Maclasang, Delegato per il Pakistan, e don Arvin Abatayao, Delegato per l’Animazione Missionaria dell’Ispettoria delle Filippine Sud, hanno trascorso due settimane (1-15 luglio) a Zamboanga City, sull’isola filippina di Mindanao – dove la maggioranza della popolazione è di fede islamica – per partecipare alla seconda edizione dello Speciale Programma di dialogo Islamo-Cristiano “Silsilah”, all’insegna del tema: “Il cristianesimo e l’Islam al crocevia”.

“Silsilah” è una parola araba che significa “catena”, “collegamento” o “connessione”, coniata dal sacerdote del Pontificio Istituto delle Missioni Estere (PIME) don Sebastiano d’Ambra, fondatore del Movimento per il Dialogo tra cristiani e musulmani (1984). Questo secondo appuntamento di Silsilah ha radunato 31 persone, uomini e donne, 16 musulmani e 15 cristiani, aiutando ciascuno a conoscere meglio la propria e l’altrui fede.

Martedì 2 luglio è iniziata la lunga serie di conferenze sul tema dell’incontro, che è durata fino a giovedì 11 luglio. I lavori “in aula” sono stati alternati a due fine-settimana di “immersione” reciproca: i musulmani nelle famiglie cristiane e i cristiani nelle famiglie musulmane.

“Durante il seminario abbiamo avuto molti e dinamici scambi con i nostri co-partecipanti musulmani: condividevamo con disinvoltura durante i pasti e le pause le nostre riflessioni, abbiamo preparato insieme le presentazioni culturali, così come alcune delle relazioni” racconta don Maclasang. Questi momenti tra una lezione e l’altra hanno contribuito molto a ridurre o eliminare i reciproci pregiudizi. E nonostante le differenze su tanti aspetti, un punto in comune è stato trovato nella comune concezione di Dio come misericordia.

Grande importanza l’ha avuta anche la preghiera, all’insegna della credenza del fondatore del movimento “Silsilah”, che professava sempre come sia necessario essere ferventi nella propria fede per vivere la spiritualità del dialogo. 

Fiore all’occhiello dell’esperienza per i due salesiani sono stati i due fine-settimana trascorsi nelle famiglie musulmane. “Durante queste immersioni culturali ho avuto modo di entrare rapidamente in contatto con le famiglie cui ero assegnato, grazie alle caratteristiche filippine che condividiamo: il sorriso, l’ospitalità, il rispetto. Ma ciò che mi ha colpito non è stata tanto la differenza religiosa, quanto la povertà evidente. È stato un ottimo esame di coscienza sul mio voto di povertà” prosegue don Maclasang.

“Il programma speciale ‘Silsilah’ – aggiunge il salesiano – mi ha aperto gli occhi sulla realtà della regione meridionale delle Filippine. E oltre ad aver incontrato e fatto amicizia con diversi bravi musulmani, ho anche compreso le sfide che vivono quotidianamente i filippini cattolici in un ambiente musulmano, sfide che non devono essere poi tanto diverse da quelle della nostra gioventù cristiana in Pakistan”.

“Che io possa sentire chiaramente la voce del Signore e continuare ad immergermi in questa realtà di ‘vita in dialogo’: con Dio, con me stesso, con i miei confratelli e con le persone con cui lavoro e per cui lavoro, e anche con la natura” conclude il religioso.

Fonte: AustraLasia

InfoANS

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