Sempre in quella sede, alla domanda su quale eredità Papa Francesco lasci alla Chiesa e al mondo, il salesiano ha aggiunto: “Francesco parlava sempre di una Chiesa in uscita. Preferiva una Chiesa accidentata perché uscita, ad una Chiesa chiusa in se stessa”. “Un altro messaggio era quello di mettere i poveri al centro della Chiesa, con un cuore che si donava integralmente per i più umili”, ha aggiunto Sturla.
Sulla possibilità che venisse da Papa in Uruguay, ha detto che “Lui stesso l’aveva nel cuore. Quando lo abbiamo conosciuto, aveva questo desiderio, ma non si è trovato il momento giusto. Mi ha sempre fatto sentire la sua vicinanza e mi chiedeva della Chiesa in Uruguay”.
L’arcivescovo di Montevideo ha anche spiegato il processo che porta all’elezione del nuovo Papa nel Conclave.
“I cardinali, in questo tempo di attesa dell’elezione del Papa, hanno la missione di prendere decisioni in quella che si chiama sede vacante, ma c'è un cardinale Camerlengo e un cardinale decano che hanno un impegno particolare. Il Camerlengo è come un governatore provvisorio e il cardinale decano presiede le riunioni dei cardinali”, ha spiegato.
Il Card. Sturla ha pure illustrato le caratteristiche del conclave, e interrogato poi sulle sue possibilità di essere eletto, ha risposto: “Sarebbe molto difficile che ciò accada. La Chiesa definisce prima il percorso, il profilo del nuovo Papa, e ha cardinali con molta esperienza, ben preparati (…). Prima si definisce il profilo della Chiesa che vuole e da lì, nei corridoi, emergeranno i nomi, che poi saranno votati”.
“Il Papa deve essere un uomo di fede, un uomo di vita santa, con un cuore vicino alla gente e una conoscenza teologica che gli permetta di guidare la Chiesa – ha ricordato ancora il Figlio di Don Bosco –. Il Papa ha missioni che vanno al di là della Chiesa nel mondo, guardate ad esempio gli sforzi di Papa Francesco per la pace in Ucraina. E chiamava ogni giorno anche il parroco di Gaza”.
Dopo il suo arrivo in Vaticano per i funerali di Papa Bergoglio, da lunedì 28 aprile il Cardinale Sturla ha iniziato a partecipare alle congregazioni generali dei cardinali. E a margine di una di queste riunioni, ha raccontato ancora ai media uruguagi che a tali consessi partecipano “tutti i cardinali, elettori e non elettori”, e “l’uno o l’altro chiede la parola e delinea ciò che ci si aspetta dal nuovo Papa e illustra alcune linee sulla situazione della Chiesa”; in queste sedi “non si fanno nomi”, ma, ha specificato, si delinea semplicemente il profilo che si cercherà di ottenere nell’elezione.
Il cardinale ha spiegato ancora che le conversazioni sulla direzione che la Chiesa dovrebbe prendere avvengono “spontaneamente” tra le persone coinvolte, e il candidato preferito “ognuno lo penserà e poi lo manifesterà alle persone di fiducia”.
Infine, il porporato salesiano ha raccontato che al momento si trova all’interno del Vaticano, ma presso la comunità salesiana, insieme ad altri due cardinali.
Fonti: Subrayado.uy, elPaís.uy
