Il primo evento di questi eventi pubblici si è svolto a Trapani, con la presenza di scuole, docenti, dirigenti scolastici. Hanno partecipato anche il sindaco di Trapani, i servizi sociali della città e don Giovanni D’Andrea, Ispettore dei Salesiani in Sicilia. A coordinare l’incontro sono stati l’équipe locale e il responsabile nazionale del progetto, Andrea Sebastiani.
Nel progetto è stato importante il coinvolgimento non solo dei minori, ma anche degli adulti (docenti e genitori, per un totale di 574 docenti e di 1.021 genitori raggiunti con le attività nel primo anno) come figure da qualificare e potenziare nel loro ruolo educativo.
“Non si tratta tanto e solo di fornire conoscenze e competenze nuove o in più, ma di valorizzare e riscoprire le competenze che già possiedono – spiega il responsabile nazionale, Andrea Sebastiani –. In particolare le azioni del progetto che hanno questa tensione sono il counseling pedagogico rivolto ai consigli di classe e la formazione dei docenti e dei genitori. Cogliamo l’occasione per ringraziare le scuole per essersi aperte alla collaborazione con soggetti esterni e, nel contempo, evidenziamo l'opportunità di offrire ai docenti uno sguardo diverso sui ragazzi, che vada oltre la didattica, nell'ottica di innalzare il livello pedagogico dei diversi servizi”.
Un secondo livello del progetto, fondamentale per la riuscita, è stato il lavoro di rete con le diverse agenzie educative del territorio: “In ogni sede sono stati sviluppati percorsi per scrivere dei Contratti Educativi Locali (CEL), che in queste settimane si stanno sottoscrivendo nelle diverse realtà, per procedere poi alla loro attuazione. I CEL definiscono, attraverso un processo partecipato, le sfide educative che il territorio individua in rapporto all’età preadolescenziale e adolescenziale, e alcuni obiettivi educativi che ogni specifico territorio può assumere, valorizzando e mettendo in rete quello che gli enti già fanno”, aggiunge Andrea Sebastiani.
Il terzo livello di intervento del progetto riguarda direttamente gli adolescenti (per un totale di 1.462 raggiunti con le attività nel primo anno). “Nelle sedi operative sono stati attivati percorsi formativi nelle scuole superiori che hanno come prospettiva lavorare sull’autostima, sulla motivazione e sull’aggregazione, attraverso lo sport, attività creative e artistiche e digitali e di supporto allo studio – aggiunge Roberto Maurizio, responsabile scientifico del progetto –. Queste ultime hanno permesso a molti adolescenti con serie difficoltà scolastiche di essere accompagnati nella costruzione di un metodo di studio, nel miglioramento degli apprendimenti e nel rafforzamento delle motivazioni e dell’autostima”. E dal secondo anno, sono state aggiunte anche attività di mentoring individuale, per garantire ad alcuni adolescenti più in difficoltà un supporto personale.
Conclude infine il dott. Sebastiani: “L’educazione non è mai un fatto privato o autoreferenziale, ma una questione di comunità, così come la lotta alla povertà educativa, che deve coinvolgere tutti gli attori della comunità per diventare ‘comunità educante’”.
Il progetto “Dare di più a chi ha avuto di meno” è stato selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il Fondo nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD. www.conibambini.org
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