Il viaggio della COP30 è iniziato la mattina del 10 novembre e proseguirà fino a venerdì 21, con rappresentanti provenienti da tutto il mondo. Ecco di seguito un’intervista a don Thomas.
Cos’è la COP30?
La COP30 è la 30a “Conferenza delle Parti” sulla Convenzione Quadro dell’ONU sul clima. Quasi tutte le nazioni vi prendono parte. Negoziano come ridurre l’inquinamento, prepararsi agli impatti climatici e finanziare soluzioni – soprattutto nei luoghi più a rischio. La COP30 si terrà a Belém, nel cuore dell’Amazzonia, dal 10 al 21 novembre 2025. Vi partecipano membri della Famiglia Salesiana e questa presenza è importante: è il momento giusto per la Gioventù Salesiana di presentarsi, nelle sedi COP e su altre piattaforme legate all’ambiente in tutto il mondo.
Perché la COP30 è così importante adesso?
Siamo a un punto di svolta. Il riscaldamento globale sta superando i limiti di sicurezza e il mondo deve agire più rapidamente. Ospitare la COP30 in Brasile pone l’accento sull’Amazzonia, una regione vitale per l’equilibrio climatico, la biodiversità e la vita delle comunità indigene e locali. I responsabili delle nazioni saranno spinti a rafforzare i loro piani climatici nazionali, a sostenere le comunità nell’adattamento, a proteggere le persone più colpite e a garantire che i finanziamenti raggiungano i Paesi che ne hanno più bisogno.
Quali sono i temi principali al tavolo della COP30?
In primo luogo, l’obiettivo rimane quello di mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C. Questo è il parametro di riferimento in base al quale si misura il progresso, perché ogni frazione di grado è importante per la vita umana e per gli ecosistemi.
In secondo luogo, i Paesi devono sia ridurre le emissioni (mitigazione) sia prepararsi agli impatti già in atto (adattamento). Ciò significa abbandonare i combustibili fossili, migliorare l’uso dell’energia e rendere le comunità più resilienti al caldo, alle tempeste e alle inondazioni.
In terzo luogo, il tema economico è fondamentale. Le risorse e la tecnologia devono raggiungere i Paesi in via di sviluppo affinché le soluzioni siano eque ed efficaci.
Quarto, l’inclusione e la giustizia sono essenziali. I cambiamenti climatici colpiscono più duramente le persone con meno risorse: in particolare le popolazioni indigene, le comunità locali e le nazioni del Sud del mondo. Devono essere le loro voci e la loro leadership a dare forma alle decisioni.
Infine, le foreste e le soluzioni naturali sono parti fondamentali della risposta. Proteggere e ripristinare l’Amazzonia e altri ecosistemi aiuta a immagazzinare carbonio, salvaguardare l’acqua e sostenere i mezzi di sussistenza.
Tutto questo riguarda tutti, me, te, i giovani…?
Le scelte fatte ora daranno forma al tuo futuro, al tuo lavoro, alla tua salute, alla tua sicurezza e ai luoghi che chiami casa. Le voci dei giovani influenzano già i leader internazionali e le politiche e la partecipazione della società civile alle COP è in crescita. Il passaggio a economie più pulite ed eque sta aprendo nuove opportunità nei settori della tecnologia, dell’agricoltura, della pianificazione, dell’educazione e del lavoro comunitario. E poiché condividiamo una Casa Comune, ciò che accade in una regione riguarda tutti noi; le tue azioni possono aiutare gli altri e quelle degli altri possono aiutare te!
Come è possibile esserne coinvolti, anche senza essere una personalità partecipante all’evento?
Beh, in primo luogo, informandosi su ciò che accadrà alla COP30 e cosa prometterà il proprio Paese; poi, intraprendendo azioni locali nella propria scuola, parrocchia, università o comunità: riducendo i rifiuti e il consumo di energia, prendendosi cura degli alberi e dell’acqua e prediligere trasporti più ecologici; portando avanti le istanze dei gruppi indigeni e locali, dando credito e cercando il consenso quando condividono le loro storie; chiedendo ai leader politici informazioni sul piano climatico del tuo Paese e cos’altro faranno; allineando le scelte quotidiane ai valori per essere credibili; utilizzando l’arte, la musica, video ed eventi per spiegare i problemi climatici in termini semplici e umani, per ispirare gli altri.
Qual è, secondo lei, il ruolo salesiano in questa COP30?
La missione salesiana di formare e accompagnare i giovani affinché diventino protettori del Creato pieni di speranza, competenze e fede è sicuramente il nostro obiettivo primario. Questo è un momento provvidenziale per la Famiglia Salesiana. Con ragione, religione e amorevolezza possiamo aiutare i giovani a diventare custodi del Creato, pratici, gioiosi e coraggiosi. Dobbiamo stare al fianco dell’Amazzonia, ascoltare le persone più colpite e agire insieme per la nostra Casa Comune. I piccoli passi compiuti oggi possono aprire la strada a un domani più giusto e pieno di speranza.
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