Brasile – COP30, Salesiani e Gioventù Salesiana

(ANS – Belem) – Il mondo si è riunito a Belém, Stato di Pará, in Brasile, per l’incontro denominato “COP30” – appuntamento promosso dalle Nazioni Unite in cui i Paesi decidono come agire in merito ai cambiamenti climatici. Con l’Amazzonia al centro della scena e l’appello della Chiesa nella Laudato Si’ a prendersi cura della Casa Comune, questo è un momento che invita ad un’incisiva risposta salesiana. Ed infatti all’evento partecipa anche una delegazione salesiana, guidato da don Mathew Thomas, rappresentante della Congregazione Salesiana presso le Nazioni Unite (sede di New York); don Silvio Torres, dall’Argentina; e un rappresentante dal Brasile, parte del “Don Bosco Green Team”, in rappresentanza della “Don Bosco Green Alliance”.

Il viaggio della COP30 è iniziato la mattina del 10 novembre e proseguirà fino a venerdì 21, con rappresentanti provenienti da tutto il mondo. Ecco di seguito un’intervista a don Thomas.

Cos’è la COP30?

La COP30 è la 30a “Conferenza delle Parti” sulla Convenzione Quadro dell’ONU sul clima. Quasi tutte le nazioni vi prendono parte. Negoziano come ridurre l’inquinamento, prepararsi agli impatti climatici e finanziare soluzioni – soprattutto nei luoghi più a rischio. La COP30 si terrà a Belém, nel cuore dell’Amazzonia, dal 10 al 21 novembre 2025. Vi partecipano membri della Famiglia Salesiana e questa presenza è importante: è il momento giusto per la Gioventù Salesiana di presentarsi, nelle sedi COP e su altre piattaforme legate all’ambiente in tutto il mondo.

Perché la COP30 è così importante adesso?

Siamo a un punto di svolta. Il riscaldamento globale sta superando i limiti di sicurezza e il mondo deve agire più rapidamente. Ospitare la COP30 in Brasile pone l’accento sull’Amazzonia, una regione vitale per l’equilibrio climatico, la biodiversità e la vita delle comunità indigene e locali. I responsabili delle nazioni saranno spinti a rafforzare i loro piani climatici nazionali, a sostenere le comunità nell’adattamento, a proteggere le persone più colpite e a garantire che i finanziamenti raggiungano i Paesi che ne hanno più bisogno.

Quali sono i temi principali al tavolo della COP30?

In primo luogo, l’obiettivo rimane quello di mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C. Questo è il parametro di riferimento in base al quale si misura il progresso, perché ogni frazione di grado è importante per la vita umana e per gli ecosistemi.

In secondo luogo, i Paesi devono sia ridurre le emissioni (mitigazione) sia prepararsi agli impatti già in atto (adattamento). Ciò significa abbandonare i combustibili fossili, migliorare l’uso dell’energia e rendere le comunità più resilienti al caldo, alle tempeste e alle inondazioni.

In terzo luogo, il tema economico è fondamentale. Le risorse e la tecnologia devono raggiungere i Paesi in via di sviluppo affinché le soluzioni siano eque ed efficaci.

Quarto, l’inclusione e la giustizia sono essenziali. I cambiamenti climatici colpiscono più duramente le persone con meno risorse: in particolare le popolazioni indigene, le comunità locali e le nazioni del Sud del mondo. Devono essere le loro voci e la loro leadership a dare forma alle decisioni.

Infine, le foreste e le soluzioni naturali sono parti fondamentali della risposta. Proteggere e ripristinare l’Amazzonia e altri ecosistemi aiuta a immagazzinare carbonio, salvaguardare l’acqua e sostenere i mezzi di sussistenza.

Tutto questo riguarda tutti, me, te, i giovani…?

Le scelte fatte ora daranno forma al tuo futuro, al tuo lavoro, alla tua salute, alla tua sicurezza e ai luoghi che chiami casa. Le voci dei giovani influenzano già i leader internazionali e le politiche e la partecipazione della società civile alle COP è in crescita. Il passaggio a economie più pulite ed eque sta aprendo nuove opportunità nei settori della tecnologia, dell’agricoltura, della pianificazione, dell’educazione e del lavoro comunitario. E poiché condividiamo una Casa Comune, ciò che accade in una regione riguarda tutti noi; le tue azioni possono aiutare gli altri e quelle degli altri possono aiutare te!

Come è possibile esserne coinvolti, anche senza essere una personalità partecipante all’evento?

Beh, in primo luogo, informandosi su ciò che accadrà alla COP30 e cosa prometterà il proprio Paese; poi, intraprendendo azioni locali nella propria scuola, parrocchia, università o comunità: riducendo i rifiuti e il consumo di energia, prendendosi cura degli alberi e dell’acqua e prediligere trasporti più ecologici; portando avanti le istanze dei gruppi indigeni e locali, dando credito e cercando il consenso quando condividono le loro storie; chiedendo ai leader politici informazioni sul piano climatico del tuo Paese e cos’altro faranno; allineando le scelte quotidiane ai valori per essere credibili; utilizzando l’arte, la musica, video ed eventi per spiegare i problemi climatici in termini semplici e umani, per ispirare gli altri.

Qual è, secondo lei, il ruolo salesiano in questa COP30?

La missione salesiana di formare e accompagnare i giovani affinché diventino protettori del Creato pieni di speranza, competenze e fede è sicuramente il nostro obiettivo primario. Questo è un momento provvidenziale per la Famiglia Salesiana. Con ragione, religione e amorevolezza possiamo aiutare i giovani a diventare custodi del Creato, pratici, gioiosi e coraggiosi. Dobbiamo stare al fianco dell’Amazzonia, ascoltare le persone più colpite e agire insieme per la nostra Casa Comune. I piccoli passi compiuti oggi possono aprire la strada a un domani più giusto e pieno di speranza.

InfoANS

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