RMG – Salesiani in campo per il patto educativo globale
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23 Settembre 2020

(ANS – Roma) - I Salesiani aderiscono all’appello ed invito di Papa Francesco per un Patto Educativo Globale: come missione, come scelta, come futuro. Dire “Salesiani” è dire Educazione ed Evangelizzazione dei giovani. Un tempo con Don Bosco, oggi come Don Bosco, rinnovati nelle forme, nei processi, nelle metodologie, ma sempre per far vivere l’opportunità di un’umanità nuova. Il meglio che si può offrire alle nuove generazioni è l’educazione, pensando al futuro dell’umanità con e per i giovani.

Quando pensiamo ad un’azione educativa e pastorale salesiana, al centro si trova sempre il giovane, con la sua formazione integrale, i suoi bisogni, le sue speranze ed angosce, le sue gioie e difficoltà, la sua dinamica e vitalità capace di processi educativi alternativi a quelli della cultura dello scarto. Il tutto, aiutandolo a guardare in prospettiva, ravvivando il nostro impegno “per e con le nuove generazioni”, investendo le nostre “migliori energie” con “creatività e responsabilità” per “formare persone disponibili a mettersi al servizio della comunità” - come diciamo: “onesti cittadini e buoni cristiani”.

Educare, per noi, è ravvivare, ispirare, favorire, incoraggiare: fare sognare! Far sognare il sogno di Dio. Per questo l’educazione va insieme all’evangelizzazione. Un’educazione che propone un orizzonte di senso ed un’evangelizzazione che si fa annuncio ed incontro con Gesù, con la Chiesa, con il Vangelo, con la vita in Dio.

Come atteggiamento, tutto questo presuppone la capacità della nostra presenza fra i giovani, come “compagni di viaggio” in un “ascolto paziente, di dialogo costruttivo e mutua comprensione” che porta ad una “alleanza educativa”, facendo di ogni giovane un protagonista per la trasformazione del mondo. I giovani ci chiedono di stare con loro, di abitare la loro realtà, la loro cultura, i loro luoghi. È un invito ad “abitare” la complessità della vita del giovane ed “umanizzarla”, in un cammino di vita e di fede che porta ad educare alle domande, “prioritarie rispetto a fornire risposte”, per “un nuovo pensiero, capace di tenere insieme l’unità e la diversità, l’uguaglianza e la libertà, l’identità e l’alterità”, ascoltando, accompagnando e discernendo “il grido che sale dall’intimo del cuore dei nostri giovani”. E si tratta di una presenza in cui la disponibilità, l’ascolto, la gioia e la dedizione sono note essenziali per suscitare processi, accogliendo i giovani e familiarizzando con la loro storia; passare dal fare soltanto qualcosa “per loro” al vivere in comunione “con loro”.

È davvero bella l’immagine di Papa Francesco di una educazione che collega “la testa, il cuore e appunto le mani” (ChV, 222). Noi la vediamo molto presente nella dimensione e nella forza educativa della formazione professionale: prima scelta dell’educazione integrale salesiana, applicata come antidoto alla discriminazione culturale e sociale, per offrire un’opportunità, soprattutto ai più poveri, di riuscire nella vita con competenza e competenze tecniche, umane, e di lavoro. L’eccellenza delle proposte formative in ambito professionale è un pilastro nella costruzione dei ponti con il mondo del lavoro, e dunque una possibilità di crescere ed essere persona che può avere più futuro, più integrazione, più socializzazione e comunione con la realtà, anche nella prospettiva dell’apprendimento permanente.

Educare per crescere nel “villaggio educativo” per noi significa parlare di “comunità educativo pastorale”, dove la relazione educativa è sinonimo di apertura, di accoglienza, di costruzione insieme della realtà futura del giovane. Insieme, giovani ed educatori (consacrati, laici e famiglie), portiamo avanti il sogno di un futuro sempre nuovo. 

Per noi l’educazione ha anche una dimensione di “cittadinanza globale” «chiamata a creare una “cittadinanza ecologica”», che oggi ci fa membri della “casa comune” di cui prendersi cura. Dunque, contiene anche un’educazione ad un’ecologia integrale, con uno sguardo di fede sul Creato e sul posto dell’uomo in esso, perché i giovani diventino protagonisti diretti e costruttori del bene comune e della pace, valorizzino, con tutto il Creato, la grandezza e bellezza delle creature di Dio, e siano corresponsabili nel costruire il senso umano dell’ecologia - elementi indispensabili per il Patto Educativo Globale.

In questa prospettiva, ascoltando l’invito di Papa Francesco, vogliamo anche noi lasciarci interpellare sulle finalità e i metodi con cui svolgiamo la nostra missione educativo-pastorale, rinnovando la nostra passione per un’educazione più aperta ed inclusiva, facendo sognare ai giovani un futuro di felicità, oggi e nell’eternità. Per questo siamo qui, anche noi, per collaborare ad un “patto educativo globale” insieme con la Chiesa e gli uomini di buona volontà e in quelle dinamiche che “danno un senso alla storia e la trasformano in modo positivo”, per il bene dei giovani di oggi e di domani.

Don Tarcízio Morais, SDB

Ufficio Scuola e Formazione Professionale – Dicastero Pastorale Giovanile

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