L'emergenza umanitaria continua ad aggravarsi in Sudan del Sud, dove alla violenza interna causata da 12 anni di guerra si aggiunge il conflitto nel vicino Sudan. Migliaia di persone fuggono ogni giorno da violenze e insicurezza, ma molte hanno trovato un piccolo rifugio nel campo per sfollati gestito dai missionari salesiani a Gumbo, alla periferia della, Juba, che, come già ricordato, il 9 luglio celebra il 14° anniversario della sua indipendenza.
In questo ambiente estremamente precario, dove più di 6.000 persone sopravvivono in condizioni molto difficili, l'arrivo della stagione delle piogge rappresenta sempre una minaccia aggiuntiva. I teli di plastica che fungevano da tetti per molti dei rifugi temporanei improvvisati erano usurati o strappati dopo anni di utilizzo in condizioni meteorologiche estreme, con alte temperature, forti venti e piogge torrenziali. Senza un'adeguata protezione, le famiglie, in particolare quelle guidate con donne, anziani, disabili e bambini piccoli, correvano un rischio reale di malattie, inondazioni e perdita di quel poco che possedevano.
Di fronte a questa situazione, i missionari salesiani, con il supporto dell'Ufficio Ispettoriale di Pianificazione e Sviluppo (PDO), hanno avviato una risposta emergenziale per distribuire teli di plastica impermeabili di qualità alle 750 famiglie più vulnerabili dell'insediamento.
I beneficiari sono stati individuati in collaborazione con i leader della comunità, i giovani volontari e le rappresentanti delle donne del campo stesso. I criteri di selezione includevano la gravità delle condizioni del rifugio, la composizione familiare e la posizione in aree a rischio di inondazione.
Grazie ad un cospicuo finanziamento e a una logistica rapida, sono stati acquistati teli di copertura anti-UV di 4x6 metri. Ogni famiglia ne ha ricevuti due, sufficienti a coprire il proprio riparo temporaneo. La distribuzione è avvenuta presso il complesso salesiano, con verifica dell'identità, turni assegnati e assistenza personalizzata per anziani e persone con mobilità ridotta.
Il missionario salesiano Leo Arokianathan, a capo del progetto, sottolinea che "non si trattava solo di consegnare materiali, ma di garantire la dignità di queste persone e dimostrare loro che non sono sole". Il gesto apparentemente semplice ha avuto un impatto profondo: più di 5.000 persone, tra cui 3.610 donne, ora dormono all'asciutto, protette e con un maggiore senso di sicurezza.
"Il telo è più di un semplice tetto. È la differenza tra una notte tranquilla e una notte spaventosa sotto la pioggia", ha commentato una madre sfollata dopo aver ricevuto il materiale. I teli aiutano anche a preservare la privacy delle famiglie e a proteggere gli oggetti di prima necessità, inclusi utensili da cucina e vestiti per bambini.
Il progetto è stato adattato nel corso del tempo per includere la consegna di materiali direttamente al rifugio ai più bisognosi, un cambiamento inizialmente non previsto ma molto apprezzato dalla comunità. Sono stati inoltre istituiti meccanismi di follow-up dopo la distribuzione, rafforzando la trasparenza e il rapporto di fiducia tra gli sfollati e i missionari salesiani.
Nonostante i risultati, i bisogni rimangono enormi. La distribuzione dei teli è un sollievo immediato, ma non una soluzione permanente. I missionari salesiani rimangono quindi impegnati ad aiutare gli sfollati nel loro cammino verso la pace, la ripresa e una vita dignitosa.
https://www.infoans.org/sezioni/notizie/item/24810-sudan-del-sud-teloni-per-ripararsi-dalla-pioggia-e-dare-dignita-agli-sfollati-nel-caos#sigProId960e50d800
