Le spoglie dell’arcivescovo metropolita sono arrivate dal Sudafrica nella Capitale dell’Alto Katanga, nella giornata di mercoledì 7 aprile, e sono state accolte dalle autorità religiose, politiche e amministrative e quindi portate nella cattedrale “Santi Pietro e Paolo” di Lubumbashi. Intanto, la Chiesa diocesana aveva già indetto in suo ricordo, da lunedì 5 aprile a venerdì 9 aprile, cinque giorni di lutto, che sono trascorsi accompagnati da Messe e veglie nella cattedrale.
Venerdì 9 aprile, giorno del funerale, molte persone sono venute da tutte le parti del Paese per dare l’estremo saluto a mons. Tafunga. Dopo la Messa, presieduta da mons. Marcel Utembi, Presidente della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (CENCO), sono state lette alcune commoventi parole di ricordo e commiato sulla vita e l’operato del presule salesiano. Infine, si è proceduto con la sepoltura del corpo dell’arcivescovo nella cripta della cattedrale.
Nato a Panda-Likasi, Repubblica Democratica del Congo, il 23 luglio 1942, mons. Tagunfa era entrato tra i salesiani nel 1964, frequentando il noviziato di Kansebula. Emessi i primi voti il 28 agosto del 1965 e quelli perpetui il 20 febbraio 1971 a Lubumbashi, venne ordinato sacerdote il 16 settembre 1972 a Likasi.
Fu Direttore dell’opera salesiana a Goma, nel Nord Kivu, dal 1981 al 1987, e Direttore del centro salesiano di Kansebula dal 1987 al 1990. In quell’anno venne poi insediato come Superiore dell’Ispettoria “Maria Santissima Assunta” dell’Africa Centrale, divenendo il primo africano ad assumere quest’incarico. Non poté però completare il suo sessennio perché nell’ottobre del 1992 Papa Giovanni Paolo II lo nominò vescovo di Kilwa-Kasenga, ricevendo l’ordinazione episcopale nella successiva Festa di Don Bosco, il 31 gennaio 1993.
Il 10 giugno del 2002 sempre Giovanni Paolo II lo nominò vescovo di Uvira, e il 31 luglio 2008 venne nominato da Papa Benedetto XVI arcivescovo coadiutore di Lubumbashi, con diritto di successione, divenendo titolare dell’arcidiocesi il 1° dicembre del 2010 e assumendone la guida pastorale il 30 gennaio successivo.
“Amor et misericordia” fu il suo motto e l’insegna della sua azione pastorale.