Le interviste con i formatori rivelano un ostacolo iniziale comune: molti insegnanti erano poco familiari con le Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (ICT, in inglese). Gisele Umugwaneza, formatrice ProFuturo e coordinatrice di cinque scuole private a Kigali, ha spiegato: “Quando abbiamo avviato il progetto, non è stato facile… formare i docenti è stato molto difficile all’inizio perché non comprendevano cosa avrebbe apportato loro il programma ProFuturo”.
Per affrontare questa difficoltà, formatori come Umugwaneza hanno messo in atto strategie di comunicazione personalizzate. “Abbiamo iniziato a parlare con loro… ci confrontavamo con ciascun insegnante, uno ad uno. E anche con i dirigenti scolastici” ha raccontato.
Oggi gli effetti del programma sono visibili: gli insegnanti sono ora motivati e in grado di preparare autonomamente gli alunni all’uso degli strumenti digitali. “Gli studenti conoscono il tablet, sanno come muoversi da un contenuto all’altro. Sanno persino distribuirli, anche in assenza dell’insegnante” ha riportato la formatrice, prima di citare il caso di successo di alcuni studenti che hanno continuato a studiare con i tablet anche in assenza del docente, a dimostrazione del contributo del programma alla continuità educativa.
Il formatore Kwizera ha confermato queste considerazioni, ricordando le iniziali difficoltà di memorizzazione delle piattaforme e di formazione degli insegnanti inesperti. Ha sottolineato l’importanza di un approccio graduale, sia individuale che di gruppo, per garantire che i docenti potessero integrare efficacemente gli strumenti in classe.
I risultati positivi non sono mancati. “In alcune scuole dove abbiamo avviato il progetto, il numero di studenti è aumentato. Alcuni ragazzi che avevano abbandonato la scuola sono tornati. In breve, posso dire che il programma riduce l’abbandono scolastico”, ha dichiarato Kwizera, che ha anche notato un miglioramento nel rendimento scolastico grazie alla combinazione tra il curricolo tradizionale e gli strumenti ProFuturo.
Sylvie Micomyiza, anche lei formatrice di ProFuturo, ha condiviso una storia di successo legata al miglioramento dei risultati negli esami. “In una scuola abbiamo iniziato a utilizzare la piattaforma in lingua kinyarwanda e agli esami nazionali molti studenti hanno ottenuto ottimi risultati in quella materia”. Ha inoltre confermato il ruolo del programma nella riduzione della dispersione scolastica e nel rafforzamento dei rapporti tra docenti, studenti e personale ProFuturo.
Agathe Kandema, che opera in sei scuole, ha evidenziato il contributo del programma all’inclusione e all’accesso equo ai contenuti formativi. “Il punto di forza di ProFuturo è che anche gli studenti provenienti da famiglie povere hanno accesso ai contenuti allo stesso livello degli studenti delle famiglie agiate”.
I formatori hanno avanzato anche alcune proposte di miglioramento. Umugwaneza ha sottolineato l’esigenza di aumentare la motivazione dei docenti responsabili di progetto e di disporre di più materiali didattici per rispondere alle esigenze di classi numerose.
Guardando al futuro, i formatori ProFuturo si dichiarano determinati a mettere a frutto le competenze acquisite per continuare a trasformare l’istruzione in Ruanda. Promuovendo l’alfabetizzazione digitale tra i docenti e offrendo agli studenti risorse digitali di qualità, il programma contribuisce a colmare il divario educativo e a favorire la crescita economica del Paese.
Umugwaneza ha spiegato come il programma contribuisca allo sviluppo economico nazionale anche attraverso la digitalizzazione degli appunti scolastici. Mentre Dominique Uwarugira, Coordinatore del Progetto ProFuturo, ha messo in luce la portata e l’impatto del programma. “Finora abbiamo 42 scuole sotto la supervisione dei Salesiani di Don Bosco… Tutte queste scuole sono coinvolte in attività o progetti, motivate e desiderose di progredire per trasformare l’educazione del Ruanda in senso digitale”
Uwarugira si è detto ottimista riguardo al futuro del programma, affermando: “Speriamo che, grazie al sostegno degli insegnanti e alla competenza dei nostri formatori, riusciremo a fare ancora molta strada nel nostro lavoro quotidiano… e a rendere l’educazione in Ruanda migliore di quanto non sia mai stata”.
Il coordinatore del progetto ProFuturo ha anche citato delle ricerche che confermano l’impatto positivo del programma nell’uso della tecnologia educativa e ha concluso: “Siamo felici di vedere i bambini ruandesi oggi capaci di usare strumenti digitali per studiare. Possiamo dire, in generale, che si tratta di un passo importante, un grande passo avanti nell’ambito dell’uso della tecnologia”.
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