“Metto l’idea, il tema, il Paese, viaggio per primo per avere una prima programmazione e poi si va già a registrare” con i professionisti, racconta con semplicità. Il risultato sono, dei documentari che non solo hanno ottenuto un grande successo internazionale, ma sono arrivati a cambiare le leggi per proteggere l’infanzia. L’ultima fatica del signor López e della sua équipe è l’Angola dove si sono recati proprio in questi giorni, con una troupe della televisione spagnola “RTVE”, per registrare un nuovo progetto che approfondirà l’estrema disuguaglianza del Paese africano e che sarà trasmesso per capitoli nel programma dell’emittente intitolato “Pueblo de Dios”.
Documentari che trascendono lo schermo
Fu nel 2017 che López assunse la direzione dei progetti audiovisivi della Procura, stabilendo la dinamica di produrre un documentario “ogni due anni con una tematica diversa”. Il punto di svolta fu un lavoro in Colombia che coincise con i negoziati di pace in quel Paese. "È stata una bomba", ricorda. La novità di portare i protagonisti in Europa ha aperto loro le porte della Commissione europea, del Parlamento europeo e delle Nazioni Unite a Ginevra, oltre ad un incontro con il Papa a Roma.
Da allora, ha promosso grandi progetti su realtà molto dure: la prostituzione minorile in Sierra Leone, i minori nelle carceri, i rifugiati, i bambini lavoratori nella Repubblica Dominicana…
Un viaggio alle ingiustizie del mondo
Al di là dei titoli, ogni documentario è un’immersione nelle realtà di una crudezza estrema. “È molto diverso se te lo raccontano o se lo vedi” afferma, ricordando il suo primo viaggio in Africa durante la crisi dell’ebola nel 2015. “In un solo giorno ho imparato di più e ho avuto di più da elaborare che con le 200 mail che mi avevano mandato i missionari”.
Sierra Leone: carceri disumane e leggi cambiate
Forse una delle esperienze più estreme l’ha vissuta nelle prigioni della Sierra Leone. Lì ha documentato la rassegnazione dei minori incarcerati per reati minori, come “rompere il vetro con un pallone o camminare di notte senza meta”, senza magari che le famiglie lo sappiano, perché i fascicoli si perdono e non hanno assistenza legale.
Sempre in Sierra Leone, il documentario di Misiones Salesiana sulla prostituzione infantile in questo Paese è riuscito a cambiare la legge sulla violenza sessuale: grazie al suo impatto, ora la polizia è obbligata a trattare le minori come vittime e portarle nei centri salesiani invece di arrestarle.
Togo: l’atrocità dei bambini accusati di stregoneria
Un’altra realtà choccante che Misiones Salesianas ha reso visibile è quella dei minori accusati di stregoneria in Togo. “Bambini diversi, più intelligenti, albini... le famiglie si credono stregoni e li incolpano di qualsiasi situazione”, spiega. Per “dimostrarlo”, li sottopongono a torture come mettere le mani in acqua o olio bollente. “Dicono che siccome sono stregoni non gli succederà niente, ma ovviamente li sfigurano. Rimangono segnati a vita ed è una realtà sconosciuta”.
Siria: sorrisi nel mezzo della guerra
In Siria, nel pieno del conflitto bellico, ha scoperto una lezione di resilienza. “Tutti i giovani con cui sono stato avevano qualche parente morto in guerra, tuttavia, in tutte le foto vedevo che sorridevano”, ricorda. La spiegazione l’ha trovata nei centri salesiani, che per loro funzionano come “oasi di pace”. Lì ha compreso anche l’intensità dei loro saluti: “Quando si ritrovano si salutano come se non si fossero mai visti, perché non sanno se sarà l’ultima volta che si vedranno”.
Prossima tappa: Angola
Dopo Colombia, Sierra Leone, Repubblica Dominicana, Ecuador, Argentina... il nuovo progetto sarà registrato in Angola, un paese dove la ricchezza del petrolio e dei diamanti convive con l’estrema povertà. La sceneggiatura prevede tappe nella baraccopoli di Lixeira (che significa emblematicamente, “discarica, spazzatura”), dove i salesiani educano quotidianamente 5.000 minori; un reportage tra i ragazzi di strada; un focus sul lavoro sanitario dei religiosi.
Le lezioni apprese
Nonostante nei suoi viaggi abbia toccato con mano tante miserie umane, López afferma che “la parte peggiore è al ritorno”, con il nuovo impatto alle “preoccupazioni così banali che abbiamo”. I suoi viaggi sono un torrente di emozioni contrastanti. Da una parte, il dolore di vedere “molti disastri”, ma dall’altra, li lezioni di vita. “Sono viaggi arricchenti, perché impari molto… Queste persone non sanno con cosa vivranno domani, ma con quello che hanno oggi ti prendono una sedia in casa loro e ti invitano a prendere un tè. Sorridono sempre, sono grati. Ci danno delle lezioni impressionanti. E credo che siano più felici di noi”.
Nonostante la durezza di ciò che documenta e l’impegno a continuarlo – “la violazione dei diritti, soprattutto nei minori, è un campo ancora da scoprire e da affrontare”, ribadisce – il suo lavoro gli permette di constatare una verità incoraggiante. “Ti rendi conto che ci sono tante brave persone nel mondo” conclude il giornalista spagnolo, che con ogni suo progetto rende visibile non solo le ingiustizie, ma anche il grande lavoro di Misiones Salesianas e di tanti Figli di Don Bosco a favore degli ultimi e dimenticati.
Per ulteriori informazioni, visitare il sito: https://www.misionessalesianas.org/
Fonte: Salamanca RTV al día
https://www.infoans.org/index.php?id=25965&option=com_k2&view=item#sigProId7d9771bfa0
