Eritrea – “Mi raccomando, Dekhemare!”. L’invito di Don Viganò è ancora attuale
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11 Maggio 2022

(ANS – Asmara) – Ha radici forti e un futuro ancora tutto da scrivere la presenza salesiana in Eritrea. Avviata oramai quasi tre decenni orsono, rappresenta una piccola, ma significativa realtà della Congregazione Salesiana, che esprime pienamente quella vicinanza ai giovani più bisognosi che da sempre caratterizza la missione dei Figli di Don Bosco.

Sfogliare l’album dei ricordi dei salesiani in Eritrea permette di conoscere una presenza salesiana che si è sviluppata in maniera del tutto peculiare, frutto della complessa storia che la terra e la popolazione eritree hanno vissuto negli ultimi decenni.

I Salesiani di Don Bosco presenti nel Paese oggi sono 17 – nove sacerdoti, due salesiani coadiutori e sei studenti di Filosofia – cui vanno aggiunti 3 salesiani eritrei attivi all’estero, in Italia e Etiopia, per un totale quindi di 20 religiosi. Ma la consistenza numerica non dice tutto della rilevanza di questo piccolo gruppo: infatti, anche dal punto di vista storico, la radice eritrea è alla base della presenza salesiana nell’intero Corno d’Africa, dato che i primi salesiani non missionari nella confinante Etiopia erano proprio eritrei.

Negli anni ’80 e ’90 l’Etiopia salesiana era posta sotto due amministrazioni: quella del Sud, dipendente dell’Italia Lombardo-Emiliana (ILE); e quella del Nord, affidata alle cure dell’Ispettoria del Medio Oriente (MOR), dove in particolare la presenza di salesiani eritrei aveva una forte incidenza. Per questo, quando nel 1995, l’allora Rettor Maggiore, Don Egidio Viganò, incontrò in Etiopia tanti salesiani eritrei, decise che i tempi erano maturi per promuovere l’avvio della missione salesiana nel loro Paese natio.

Questa missione venne fondata ai primi di giugno del 1995, trovando forma in una casa a Dekhemare, a sud-est di Asmara, la Capitale. Era una missione che Don Viganò aveva molto a cuore, e infatti, poco prima di morire, sul finire dello stesso mese, ebbe a dire ai suoi salesiani: “Mi raccomando, ricordatevi di Dekhemare!”.

Oggi la casa di Dekhemare resta non solo la Casa Madre dei salesiani eritrei, ma anche l’opera più ampia e rilevante. Al suo interno trovano spazio un grande Centro di Formazione Professionale (CFP), aperto a ragazzi e ragazze, con diversi indirizzi (falegnameria, meccanica automobilistica, elettronica ed elettricità, edilizia…), e che è accompagnato da un convitto; l’aspirantato e il noviziato per la formazione iniziale salesiana; un oratorio festivo, che accoglie ed anima circa 1.500 giovani e che può organizzare tornei di calcetto con circa un centinaio di squadre iscritte; e un centro giovanile dai connotati molto caratteristici. Poiché, infatti, il CFP salesiano, in accordo alle istruzioni delle autorità, si dedica ai giovani provenienti da tutto il Paese, il centro giovanile è invece è specialmente rivolto ai ragazzi della città e dell’ambiente circostante, ai quali offre corsi brevi, sia professionalizzanti (elettricità, elettronica, informatica…), sia di natura più artistica (danza, musica, disegno…).

A 10 anni dalla nascita della prima opera, i Salesiani dell’Eritrea hanno avviato una seconda presenza, ad Asmara, che oggi serve come casa di formazione per i postnovizi e come studentato teologico.

E più recentemente, nel 2018, è stata aperta la terza e, per ora, ultima presenza, a Barentù, nel sud-ovest del Paese, verso il confine con il Sudan, che si caratterizza anch’essa per la dimensione carismatica salesiana di attenzione ai giovani più a rischio: essa, infatti, offre corsi di formazione professionale di breve periodo, che costituiscono un’ancora di salvezza educativa per tutti quei giovani della zona – e sono tanti – che per vari motivi hanno abbandonato gli studi.

Oggi i salesiani sono l’unica espressione della Famiglia Salesiana presente in Eritrea, ma ciò non significa che il carisma non si stia diffondendo anche oltre i Figli di Don Bosco. Numerosi sono gli exallievi che in questi anni hanno maturato una profonda riconoscenza verso l’educazione salesiana ricevuta; e per quanti di loro vivono in altri Paesi, soprattutto in Italia e in Europa, i salesiani hanno avviato dei percorsi formativi, che hanno vissuto già anche dei primi raduni negli anni scorsi.

A livello di governo, la presenza salesiana in Eritrea ha camminato di pari passo con le evoluzioni che hanno segnato la vita di questo Paese, in particolare per quanto riguarda i rapporti con la confinante Etiopia. Dal 1998, infatti, le presenze salesiane nei due Paesi sono finite sotto l’amministrazione unica della Visitatoria Maria “Kidane Meheret” di Africa Etiopia Eritrea (AET), con sede ad Addis Abeba, la Capitale dell’Etiopia. Ma per via della guerra scoppiata in quello stesso anno tra Etiopia ed Eritrea – e che ha comportato una chiusura delle frontiere e delle comunicazioni fino al 2018 – l’animazione congiunta è sempre stata una sfida, tanto che per alcuni anni (2015-2020) la cura delle opere salesiane eritree è stata posta direttamente sotto le dipendenze del Rettor Maggiore.

Dal 2020, proprio a motivo della riapertura delle frontiere e delle comunicazioni, la presenza salesiana in terra eritrea è di nuovo coniugata a quella etiope nella Visitatoria AET; e, come quella etiope e in comunione con quella etiope, oggi guarda con sofferenza e sgomento alla guerra in corso nel Tigray, una tragedia umanitaria di immense proporzioni, di cui purtroppo poco si parla.

I salesiani, da 27 anni vivi e attivi in Eritrea, sono molto apprezzati dalla Chiesa locale e dalla società civile, per il loro servizio educativo e nella pastorale, così come per i loro progetti sociali, realizzati anche in collaborazione con molte organizzazioni salesiane italiane (Fondazione Opera Don Bosco Onlus, Missioni Don Bosco, Fondazione DON BOSCO NEL MONDO, il Volontariato Internazionale per lo Sviluppo…). E nelle alterne vicende nazionali, restano sempre uniti e solidali al fianco della popolazione.

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