Vaticano – Avanza la Causa del Servo di Dio Oreste Marengo

07 Novembre 2025

(ANS – Città del Vaticano)– Giovedì 6 novembre 2025, nel corso del Congresso peculiare dei Consultori Teologi presso il Dicastero delle Cause dei Santi, è stato dato all’unanimità parere positivo in merito all’esercizio eroico delle virtù, alla fama di santità e di segni del Servo di Dio Oreste Marengo (1906-1998), Vescovo di Tura, della Società di San Francesco di Sales, missionario in India.

La Positio super virtutibus, consegnata in data 31 maggio 2024, ha avuto come Relatore padre Szczepan Tadeusz Praśkiewicz, OCD, come Postulatore don Pierluigi Cameroni, SDB, e come Redattore il dott. Matteo Penati, Collaboratore della Postulazione Generale. I nove Consultori sono stati chiamati a rispondere al dubbio riguardante l’esercizio eroico delle virtù cristiane praticato dal Servo di Dio, insieme alla fama di santità e di segni. In base a questo giudizio i Cardinali e Vescovi, Membri del Dicastero, potranno successivamente esprimere il loro giudizio.

Tale notizia ha suscitato grande gioia sia a Diano d’Alba (Cuneo), paese natale del Servo di Dio, e nella Diocesi di Alba, dove da alcuni anni un gruppo di persone si dedica a promuovere la Causa del Servo di Dio; sia nel Nord Est India, soprattutto nella diocesi di Tura e nell’Ispettoria salesiana di India-Guwahati (ING).

“In questo Anno Santo dedicato alla speranza cristiana e nel 150° della prima Spedizione Missionaria voluta da Don Bosco, la testimonianza Mons. Oreste Marengo è quella di un vero pellegrino di speranza che, animato dallo zelo apostolico dei missionari del vangelo, ha annunciato la Parola di salvezza. Un vescovo portatore di speranza, che insegnava a fidarsi di Dio, convinto che ‘tutto concorre al bene di coloro che amano Dio’”, ha commentato la notizia don Cameroni.

Emilio Oreste Marengo nasce il 29 agosto 1906 a Diano d’Alba (Cuneo). Vive nella frazione di Le Cecche, con la famiglia, composta da papà Lorenzo, mamma Agostina, e tre fratelli di cui uno, Giuseppe, diventerà sacerdote diocesano, mentre la sorella Agnese diventerà suora. Una famiglia contadina, di grandi lavoratori e di profonda fede. Proprio a Diano d’Alba Oreste entra in contatto con alcune figure significative del mondo salesiano, che lo porteranno, all’età di 13 anni, a trasferirsi a Torino per iniziare il suo percorso di vita salesiana e a incontrare i salesiani della prima generazione.

Nel 1923 lascia poi l’Italia per raggiungere l’India, e più precisamente il Nordest, regione nella quale vivrà tutta la sua vita missionaria. Fa parte del primo gruppo di novizi – 8 provenienti da tutta Europa – formati in loco dai salesiani. Suo maestro è il Venerabile don Stefano Ferrando. Già nel corso del noviziato, e successivamente anche durante gli studi di filosofia, i giovani studenti si recano nei villaggi per la celebrazione eucaristica e per formare i catecumeni e le giovani comunità cattoliche locali. Seguono poi i tre anni di teologia, durante i quali conosce il Servo di Dio don Costantino Vendrame, grande maestro di vita apostolica.

Il 2 aprile del 1932 Oreste Marengo riceve l’ordinazione sacerdotale. Viene quindi destinato alla sua prima missione. Don Oreste non risparmia nulla al suo fisico e così, nel 1936, dopo soli 4 anni dall’ordinazione sacerdotale, i superiori decidono di tutelarlo nominandolo Maestro dei Novizi – a Woodcot e a Bandel – e, successivamente, direttore dello studentato filosofico – a Sonada. Al termine della Seconda Guerra Mondiale, durante la quale è uno dei pochi italiani a non venire internato, torna in un centro missionario.

Nel 1951 la Santa Sede decide di dividere il territorio della diocesi di Shillong ed erigere Dibrugarh a sede vescovile. Come primo Vescovo viene scelto proprio don Oreste Marengo, che riceve la consacrazione episcopale nella basilica di Maria Ausiliatrice a Torino il 27 dicembre 1951. Sarà Vescovo di Dibrugarh fino al 1964, anno in cui viene incaricato di dar vita alla nuova diocesi di Tezpur, che regge dal 1964 al 1969.

Gli anni di Dibrugarh e di Tezpur, nonostante le notevoli difficoltà, vedono il fiorire di nuove comunità cattoliche e la conversione di molti pagani. Successivamente è inviato a Tura, prima come Vicario episcopale del Vescovo di Shillong, poi come Amministratore apostolico, per dare l’avvio alla nuova diocesi: nel giro di pochi anni i centri missionari passano da 7 a 13. Nel 1978 si dimette da Amministratore apostolico, allorché viene nominato il primo Vescovo della Diocesi, indiano.

Mons. Marengo si mette a disposizione di quelli che erano i sacerdoti della diocesi, li aiuta nelle missioni, come viceparroco: superati i 70 anni, ritorna a essere un semplice sacerdote missionario. Questo finché le forze glielo permettono. Poi si ritira a Bosco Mount, sede del pre-noviziato salesiano a Tura, diventando per i nuovi salesiani un esempio e un punto di riferimento. Muore a Tura il 30 luglio 1998.

L’unico desiderio del suo cuore paterno era stare con le persone e avvicinarle a Dio. Egli fu veramente un cercatore di anime e un fratello universale, soprattutto per i fratelli e le sorelle più piccoli e poveri: seguendo Gesù e Don Bosco, Mons. Marengo fu in grado di amare il prossimo e di fargli comprendere di essere amato in un modo unico. E proprio perché voleva farsi fratello di tutti, nel corso della sua vita imparò numerose lingue: perché tutti potessero recepire nel migliore dei modi la Buona Novella. Per lui l’annuncio del Vangelo doveva essere rivolto a tutti e non dovevano esistere barriere culturali o linguistiche per questo annuncio.

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