Già negli anni ’90, San Giovanni Paolo II davanti alla Guerra del Golfo aveva espresso il suo dolore per il conflitto. Il 16 gennaio 1991 al termine del Rosario nell’Aula delle Benedizioni, il Pontefice polacco elevò una lunga preghiera per la pace nella quale ha ripetuto più volte: “Mai più la guerra”. Anni dopo, dopo l’attentato dell’11 settembre, Papa Wojtyla chiese per il 14 dicembre un giorno di digiuno e preghiera per supplicare “una pace stabile, fondata sulla giustizia”, “adeguate soluzioni ai molti conflitti che travagliano il mondo”.
Papa Benedetto XVI all’Angelus del 1° ottobre 2006 invitò a “recitare il Rosario […] per la pace nel mondo”. Soffermandosi sulla situazione in Iraq, espresse la sua “spirituale vicinanza” e invitò “tutti ad unirsi a me nel chiedere a Dio Onnipotente il dono della pace e della concordia per quel martoriato Paese”.
E poi Papa Francesco, che nel suo Pontificato ha incessantemente pregato per la pace. Era il 7 settembre 2013 quando chiese di pregare per la Siria, il Medio Oriente e il mondo. Da allora gli scenari più lacerati e sofferenti della terra sono diventati il centro di una preghiera corale e sentita. Dopo la Siria, si è passati nel 2017 alla Repubblica Democratica del Congo e al Sud Sudan, nel 2020 la preghiera per il Libano, precipitato in una grave crisi politica, sociale ed economica aggravata dall’esplosione nel porto di Beirut. Un anno dopo è stata la volta dell’Afghanistan, dopo il ritorno al potere dei talebani, e poi nel 2022 della "martoriata Ucraina”, sconvolta ancora oggi da una guerra che non conosce tregua. Era poi il 6 ottobre 2024, il giorno che precedeva il primo anniversario dell’attacco terroristico di Hamas ad Israele, quando Papa Francesco nella Basilica di Santa Maria Maggiore, davanti alla Salus Popoli Romani, recitava il Rosario per la pace nel mondo rivolgendo alla Vergine un’accorata supplica.
Fonte: Vatican News
