La sinodalità come atteggiamento pedagogico
Piuttosto che trattare la sinodalità come un tema esterno, il Progetto Pilota IUSTO e la Conferenza IUS, Roma, 2025, l’hanno incarnata come un processo educativo. L’uso delle sessioni World Café e Open Space Technology ha rivelato un tentativo deliberato di rendere il dialogo e la partecipazione parte integrante del metodo di apprendimento stesso. Questi approcci incoraggiano studenti, docenti e amministratori a impegnarsi come partner alla pari nel discernimento, facendo eco alla visione di Don Bosco nell’educazione come un percorso condiviso di Ragione, Religione e Amorevolezza.
Dalla discussione al discernimento
Il processo sinodale iniziato allo IUSTO di Torino, città delle origini salesiane, e proseguito nella Conferenza IUS 2025 presso l’UPS a Roma, cuore della ricerca salesiana, come ha sottolineato Don Fabio Attard, XI Successore di Don Bosco, nel suo discorso di apertura, va oltre la consultazione, per arrivare al discernimento collettivo. Strutturando le conversazioni attorno a questioni reali – “il panorama educativo in evoluzione” e “le sfide della formazione in un mondo pluralistico” – i partecipanti provenienti da tutto il mondo non solo hanno scambiato idee, ma hanno anche imparato ad ascoltare con il cuore e a cercare convergenze ispirate dallo Spirito. Questo passaggio graduale dal dibattito alla condivisione di intuizioni è il segno distintivo di una pratica sinodale matura.
Innovazione metodologica: la ricerca-azione come prassi sinodale
La formazione dei gruppi di ricerca-azione segna il passaggio dalla riflessione all’azione. Ciò suggerisce che la sinodalità, per i salesiani, non è solo una modalità di governo, ma un metodo di continuo rinnovamento istituzionale. Attraverso l’indagine collaborativa, ogni gruppo si assume la responsabilità di studiare, sperimentare e riformare aspetti della vita educativa, incarnando il “camminare insieme” in modo pratico e basato sulla ricerca. In questo senso, il metodo sinodale è iterativo, partecipativo e trasformativo. I partecipanti a Roma sono stati in grado di tracciare una linea d’azione che vorrebbero vedere portata avanti dal Consiglio dell’IUS in vista della IX Assemblea dell’IUS, prevista a Roma dal 3 al 7 novembre 2026.
Una pedagogia globale in divenire
Sebbene il programma di Torino fosse un progetto pilota e l’evento di Roma un inizio, le sue implicazioni si estendono a tutta la rete delle Istituzioni Salesiane di Educazione Superiore nel mondo. La metodologia FAST (Facilitation Animation Salesian Team) dimostra che la sinodalità può essere coltivata attraverso il dialogo strutturato, i processi partecipativi e i progetti condivisi. L’obiettivo è quello di evolvere verso un quadro pedagogico globale per la formazione sinodale nel mondo accademico, integrando le dimensioni spirituali, intellettuali e comunitarie dell’educazione salesiana.
In sostanza, l’esperimento IUSTO, replicato la settimana successiva a Roma nell’ambito della partecipazione delle IUS al Giubileo dell’Educazione dimostra che la sinodalità nell’educazione superiore salesiana è meno una teoria e più un modo di procedere: uno stile di formazione di persone e comunità capaci di discernere insieme. Intrecciando la pedagogia salesiana con strumenti partecipativi e ricerca-azione, la Rete Salesiana delle IUS sta dando concreta espressione istituzionale all’invito di Papa Francesco a creare una Chiesa sinodale che ascolta, impara e cammina insieme.
Don George Thadathil, SDB
Coordinatore Generale delle IUS
