Ad attenderli all’aeroporto c’era l’Ispettore dei salesiani dell’Argentina Sud (ARS), don Darío Perera, insieme al Delegato Ispettoriale per la Pastorale Giovanile, sig. Agustín Camiletti, SDB, con un gruppo di religiosi dell’Argentina Sud.
Inoltre, con cartelloni di benvenuto e canti salesiani, un nutrito gruppo di giovani ha dato loro il benvenuto. Questo gruppo era composto da ragazzi e ragazze delle case salesiana “Buen Pastor”, di Isidro Casanova, e “Don Bosco”, di Ramos Mejía, accompagnati dai loro rispettivi Direttori, don José García Arias e don Patricio Fierens, rispettivamente.
Dopo gli abbracci e i saluti all’aeroporto e qualche foto e selfie con i con i giovani presenti, l’XI Successore di Don Bosco si è recato alla comunità che lo ospiterà in questi giorni, la casa salesiana “Don Bosco”, nel quartiere Congreso di Buenos Aires, dove si trova la Chiesa Pubblica “Mater Misericordiae”, luogo in cui nel dicembre 1875 alloggiarono i primi 10 missionari salesiani giunti a Buenos Aires. Lì Don Attard è stato accolto con una colazione e ha assaggiato il mate, l’infuso di yerba mate, tipicamente argentino, diffuso anche in Uruguay e Paraguay, simbolo dell’identità culturale locale.
Nel pomeriggio ha ricevuto un gruppo di giornalisti con cui ha condiviso un caffè e poi ha concesso interviste ai diversi media. Hanno partecipato le équipe del Bollettino Salesiano dell’Argentina, dell’Ufficio ispettoriale di Pianificazione e Sviluppo “Por los jóvenes Don Bosco”, dell’Agenzia Informativa Cattolica Argentina (AICA), di Canal Orbe 21 e del portale Vida Nueva. In questo momento, il Rettor Maggiore è stato accompagnato da don Ricardo Cámpoli, membro del Settore per la Comunicazione della Congregazione.
Successivamente si è recato nella casa salesiana “Juan Segundo Fernández”, a San Isidro, dove ha sede “Casa Zatti”, la casa di accoglienza per i salesiani più anziani dell’Ispettoria, dove ha presieduto la Messa e dove poi ha condiviso un tempo di agape con la comunità. Era presente per l’occasione anche don Guillermo Basañes, attuale Superiore dell’Africa Centrale, già Consigliere per le Missioni, giunto a Buenos Aires in questi giorni per partecipare anch’egli alle ricorrenze del 150°.
Nell’omelia, il Rettor Maggiore ha fatto riferimento al tema degli ultimi tre Capitoli Generali della Congregazione, dove il centro dei confronti ha riguardato la figura del salesiano. Per questo ha affermato: “Credo che non stiamo ascoltando bene la sfida centrale della vita consacrata e, naturalmente, della vita salesiana. La sfida centrale è l’identità: essere persone piccole perché la nostra vera grandezza è Gesù”.
E ha sottolineato la necessità di essere attenti ai giovani: “Oggi abbiamo bisogno di uomini di Dio, ed è proprio lì che inizia ciò che siamo... Perché i giovani sono stanchi del vuoto che c’è, stanno cercando profeti: uomini e donne di Dio che comunicano Gesù senza bisogno di dirlo, perché vedono Gesù nella vita del salesiano”.
“Restiamo fedeli alle Costituzioni”, ha quindi concluso il Rettor Maggiore rivolto ai suoi confratelli salesiani. “Esse sono la lettura del Vangelo da parte di ciascuno di noi a livello personale e comunitario... Infatti, guardiamo la foto dei primi missionari che arrivarono in America: Don Bosco diede a Cagliero le Costituzioni, che sono la voce di Gesù che Don Bosco ascoltò e che ora arriva a ciascuno di noi”.
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