RMG – Famiglia Salesiana: 150 anni della Prima Spedizione Missionaria. E il Futuro?
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12 Novembre 2025

(ANS – Roma) – Centocinquant’anni fa, un piccolo gruppo di giovani salesiani si imbarcava in un viaggio che avrebbe cambiato per sempre la storia della Congregazione e della Chiesa: la Prima Spedizione Missionaria Salesiana, inviata da Don Bosco l’11 novembre 1875 verso l’America del Sud. Quei dieci missionari, con il cuore pieno di fede e le tasche vuote, portavano con sé solo l’essenziale: una croce, l’amore per Cristo, la devozione a Maria Ausiliatrice e il desiderio ardente di “salvare le anime dei giovani più poveri e abbandonati”.

Don Bosco non inviava semplicemente degli uomini in un altro continente: inviava uno stile di vita, una spiritualità e una speranza. In quella notte storica, consegnò a Giovanni Cagliero e ai suoi compagni lo spirito del “Da mihi animas, cetera tolle”: lo stesso ardore apostolico che ancora oggi muove migliaia di laici, consacrati e giovani che compongono la grande Famiglia Salesiana sparsa nel mondo.

Memoria viva di un sogno

Celebrare i 150 anni della Prima Spedizione Missionaria non significa solo ricordare un fatto storico, ma rendere presente un sogno che continua a camminare. Il sogno di Don Bosco non era soltanto fondare scuole, oratori o missioni; era formare buoni cristiani e onesti cittadini, generare comunità vive, gioiose, solidali e profondamente evangelizzatrici.

Ogni gruppo della Famiglia Salesiana – Salesiani di don Bosco, Figlie di Maria Ausiliatrice, Associazione di Maria Ausiliatrice, Salesiani Cooperatori, Exallievi, Volontarie e tanti altri – è erede di questo impulso missionario. Tutti condividono la stessa passione: portare Cristo ai giovani, specialmente ai più bisognosi, e trasformare il mondo con la forza dell’amore educativo.

Ma la commemorazione non deve lasciare solo nostalgia. Deve anche far interrogare. La domanda che risuona è inevitabile: “E il futuro?”

Il futuro ha un volto giovane

Il futuro della missione salesiana non sarà solo geografico: non si tratta semplicemente di andare in nuovi luoghi, ma di entrare in nuove frontiere umane, culturali e digitali.

Oggi, i giovani non si trovano solo nelle piazze e negli oratori; sono presenti nelle reti sociali, nelle università, nelle periferie esistenziali, negli spazi dove cercano senso, ascolto e speranza.

Essere missionario salesiano oggi significa essere presente dove il giovane si trova, con il cuore di Don Bosco e la tenerezza di Maria Ausiliatrice. Significa essere testimone di gioia, di accoglienza e di misericordia. È vivere una spiritualità incarnata, eucaristica e vicina, che si traduce in servizio e amicizia. Come diceva Don Bosco: “Basta che siate giovani perché io vi ami”.

La sfida della comunione e della corresponsabilità

La Famiglia Salesiana di oggi è vasta e variegata: 34 gruppi, migliaia di membri sparsi in tutto il mondo. Questa ricchezza è anche un invito a vivere l’unità nella diversità, a rinnovare quello “spirito di famiglia” che è nato a Valdocco. Don Bosco non sognò una Congregazione isolata, ma una famiglia in cammino, dove ogni vocazione ha il suo spazio e ogni dono contribuisce alla missione comune.

Il futuro sarà fecondo se consacrati e laici, giovani e adulti, continueranno a camminare insieme, uniti nella stessa passione apostolica. La corresponsabilità nella missione è il nuovo nome della fedeltà carismatica.

Con Maria, verso il nuovo Valdocco

Come nel 1875, anche oggi Maria Ausiliatrice è alla guida di questa avventura. “È Lei che ha fatto tutto,” diceva Don Bosco, ed è Lei che ancora guida ogni passo missionario della Famiglia Salesiana. Oggi la Famiglia Salesiana è invitata a ricominciare con Maria, a lasciarsi condurre da Lei verso una nuova Valdocco, dove ogni casa salesiana diventi uno spazio di fede, di gioia e di speranza, soprattutto per chi più ne ha bisogno. Dopo 150 anni, i centri della Famiglia Salesiana continuano ad essere Casa che accoglie, Chiesa che evangelizza, Cortile per fare amicizia e Scuola che educa alla vita.

Una missione che non finisce

Celebrare i 150 anni della Prima Spedizione Missionaria significa riaffermare che la missione salesiana non ha fine, perché nasce dal Cuore di Cristo. Lo stesso Spirito che ispirò Don Bosco continua a spingere i suoi figli e le sue figlie a uscire, ad ascoltare, a servire e ad amare.

Il futuro?

Il futuro della missione salesiana sarà grande quanto la capacità di sognare con Dio e di camminare insieme ai giovani. E, come direbbe Don Bosco, con fede e con gioia è il caso di ripetere: “Il Signore ci attende nel futuro. E con Maria, andiamo avanti!”.

Don Renato dos Santos, SDB 

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