RMG – Conosciamo i nuovi missionari: Isaac, dall’Uganda a Vanuatu

(ANS – Roma) – Isaac, originario dell’Uganda, è uno dei nuovi missionari salesiani. Nel giorno in cui si celebra il 150° anniversario della prima Spedizione Missionaria Salesiana, è lui a presentarsi ai lettori di ANS. Ispirato da San Daniele Comboni, si recherà a Vanuatu, il 137° Paese in cui oggi è presente la Congregazione.

Presentati, Isaac!

Sono Isaac Ofoyrwoth, Salesiano di Don Bosco, originario dell’Ispettoria Africa Grandi Laghi (AGL). Vengo dall’Uganda settentrionale, una terra profondamente toccata dallo zelo dei Missionari Comboniani. Ho fatto la mia prima professione a Kigali, in Ruanda, il 15 agosto 2022, e ora vengo inviato nella Visitatoria di Papua Nuova Guinea e Isole Salomone (PGS), in particolare a Vanuatu, dove i salesiani apriranno una nuova presenza quest’anno.

Che cosa ti ha ispirato nella decisione di diventare missionario?

È importante notare che non abbiamo salesiani nella mia regione d’origine (abbiamo principalmente missionari comboniani e francescani), quindi sono cresciuto vedendo l’esempio dei missionari comboniani che hanno lasciato la loro patria per portare fede ed educazione al nostro popolo. La loro generosità, umiltà e vicinanza ai poveri mi hanno toccato profondamente. Ho sempre pensato che nulla nella vita potesse veramente soddisfarmi se non donarmi totalmente a Dio. Il desiderio di vivere qualcosa di intenso, radicale e permanente continuava a crescere in me. Mi sono reso conto che l’unico modo per perseguire questa soddisfazione era diventare consacrato e soprattutto abbandonare completamente la mia vita nelle mani di Gesù come missionario. Per me la vocazione missionaria non consiste nel fare grandi cose, ma nel permettere al Signore di usarmi per il Suo popolo, ovunque Egli voglia.

Sei felice della destinazione che ti è stata assegnata? Hai timori o preoccupazioni riguardo al nuovo luogo, alla cultura o alle persone?

Sì, sono molto felice della mia destinazione missionaria. Andare a Vanuatu, dove i Salesiani inizieranno una nuova presenza, mi riempie sia di eccitazione, sia di umiltà. Certo, ho delle naturali paure: una nuova cultura, una nuova lingua e nuove persone rappresentano sempre una sfida; ma credo che la grazia di Dio sia sempre più grande dei miei limiti. La mia gioia deriva dall’essere parte di qualcosa di nuovo che porterà Cristo ai giovani che incontreranno i salesiani per la prima volta.

Come hanno reagito familiari, amici e tuoi confratelli quando hai parlato loro della tua vocazione missionaria?

Alcuni membri della mia famiglia sono rimasti sorpresi e un po’ dispiaciuti quando ho detto loro che sarei andato lontano, probabilmente per sempre, tranne che per brevi visite. Eppure, hanno accettato la mia decisione con fede e amore. I miei amici e confratelli hanno avuto reazioni contrastanti: alcuni ammiravano la scelta, altri la trovavano difficile da comprendere; ma nel profondo ho sentito tanta pace e libertà dopo aver detto sì alla chiamata di Dio. Le decisioni sono spesso dolorose, ma una volta prese con fede, mi sento sempre profondamente felice.

Quali sono i tuoi progetti e sogni per la tua vita missionaria?

Il mio sogno è semplice: diventare santo e aiutare gli altri a diventare santi. Ecco perché voglio essere pienamente disponibile a Gesù, servendo i giovani, i poveri e i dimenticati, con la gioia di Don Bosco. Sogno una vita missionaria radicata nella preghiera, nella gioia e nella vicinanza alle persone, dove la santità si vive in piccoli gesti d’amore quotidiani. Soprattutto, desidero essere uno strumento della tenerezza e della misericordia di Dio tra il Suo popolo.

Hai in mente qualche modello di grande missionario di cui vorresti seguire lo stile e la vita?

Sì, San Paolo, che non poteva riposare finché c'erano ancora anime da salvare.  Ammiro anche San Giovanni Bosco e i primi missionari salesiani che portarono il suo spirito in tutto il mondo, con gioia e creatività. Prego di vivere lo stesso zelo e la stessa semplicità. Infine, sono molto ispirato anche da San Daniele Comboni: è sempre stato il mio eroe nella fede. Il suo amore per l’Africa e il suo coraggio di oltrepassare i confini continuano a ispirarmi. Il suo spirito di donazione di sé e il suo desiderio di “salvare l’Africa con l’Africa” hanno plasmato il mio modo di vedere la missione.

Come vivi l’esperienza del corso missionario (Corso Germoglio) e la partecipazione a questa 156ª Spedizione Missionaria?

Partecipare al 150° anniversario della Spedizione Missionaria Salesiana è una grazia che è difficile da esprimere a parole. Il percorso missionario mi apre gli occhi e il cuore sull’universalità della nostra vocazione. Vivere e imparare insieme a confratelli provenienti da molti Paesi mi fa sentire parte di una grande famiglia. Considero questo un momento di preparazione, purificazione e profonda gratitudine. Un momento per lasciare che Dio plasmi il mio cuore missionario, una scuola d’amore in cui sto imparando ad avere più fiducia in Dio, piuttosto che in me stesso.

Qual è il tuo messaggio ai giovani riguardo alla scelta missionaria e alla vocazione?

Ai giovani direi: non abbiate paura di seguire la chiamata di Dio. La Sua volontà non sempre è cristallina, ma ci guida passo dopo passo attraverso i nostri desideri, le nostre situazioni e le nostre preghiere. Ciò che conta di più è avere fiducia ed essere generosi con la propria vita. Se ti doni a Dio, Egli ti userà per qualcosa di molto più grande di quanto avresti mai potuto pianificare. La vera felicità deriva dal dire “sì” alla Sua chiamata.

Il mondo aspetta cuori in fiamme, persone che osano amare senza limiti. Se dai la tua vita a Dio, non perderai nulla, piuttosto guadagnerai tutto. Lascia che la tua vita diventi una missione d’amore!

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