Presentati, Confiance!
Sono Confiance Kakule Kataliko, Salesiano di Don Bosco, originario dell’Ispettoria dell’Africa Centrale (AFC), nella Repubblica Democratica del Congo. Sono religioso professo e membro della 155ª spedizione missionaria salesiana. Oggi vivo pienamente la mia missione in Uruguay, dove sono impegnato nell’accompagnamento dei giovani, con lo spirito salesiano di gioia, vicinanza e speranza.
Che cosa ti ha ispirato nella decisione di diventare missionario?
Fin dall’infanzia sono stato profondamente segnato dalla testimonianza viva dei missionari che ho incontrato nella mia regione. Mi colpivano la loro capacità di donarsi totalmente, la loro gioia nonostante le difficoltà, la loro fede incrollabile e il loro amore per i giovani. In loro vedevo modelli di vita evangelica, uomini e donne che incarnano il Vangelo nei gesti semplici della quotidianità. Questa ispirazione è diventata un appello interiore, alimentato dalla preghiera e dal discernimento, fino a trasformarsi in una vocazione missionaria che ho abbracciato con entusiasmo e fiducia.
Sei felice della destinazione che ti è stata assegnata? Hai timori o preoccupazioni riguardo al nuovo luogo, alla cultura o alle persone?
Sì, sono felice e profondamente riconoscente di essere oggi nella mia terra di missione. Certo, all’inizio ho provato qualche timore, come è normale quando ci si trova davanti a un ambiente nuovo, a un’altra lingua e a una cultura diversa. Ma grazie alla preghiera e all’accoglienza calorosa delle persone, sono riuscito a superare queste paure. Oggi mi sento pienamente radicato in questa realtà. Ho imparato ad amare questa cultura, a meravigliarmi della sua ricchezza e a lasciarmi trasformare dagli incontri quotidiani. Volti, gesti e ritmi di vita sono diventati familiari, e scopro ogni giorno un po’ di più la bellezza di questa missione. Sono in Uruguay con fiducia, in un atteggiamento di ascolto e servizio, pronto a continuare questo cammino con fede e speranza.
Come hanno reagito familiari, amici e tuoi confratelli quando hai parlato loro della tua vocazione missionaria?
La reazione dei miei cari è stata un misto di sorpresa, fierezza ed emozione. La mia famiglia, pur con un po’ di preoccupazione iniziale per la distanza e l’ignoto, ha riconosciuto che questa vocazione mi rende davvero felice e realizzato. I miei amici hanno espresso ammirazione per questa scelta coraggiosa e generosa. I miei confratelli salesiani mi hanno circondato del loro sostegno fraterno, incoraggiandomi con parole di fede e gesti concreti. Il loro accompagnamento mi ha rafforzato nella decisione e mi ha ricordato che non sono mai solo in questa avventura missionaria.
Quali sono i tuoi progetti e sogni per la tua vita missionaria?
Il mio sogno più grande è essere un testimone fedele e gioioso dell’amore di Cristo tra i giovani. Desidero contribuire alla loro educazione integrale – umana, spirituale e professionale – secondo il carisma salesiano. Spero di poter partecipare alla costruzione di una comunità viva, fraterna e aperta, dove ogni giovane si senta accolto, valorizzato e amato. Il mio progetto è anche quello di radicarmi nella cultura locale, collaborare con gli attori pastorali e sociali e fare della mia missione un luogo d’incontro tra il Vangelo e la vita quotidiana.
Hai in mente qualche modello di grande missionario di cui vorresti seguire lo stile e la vita?
Sì, diverse figure missionarie mi ispirano profondamente. In primo luogo, san Giovanni Bosco, il cui carisma educativo e la passione per i giovani sono al cuore della mia vocazione. Mi tocca anche la testimonianza di don Johannes Kiesling, don Vincenzo Cimatti e don Luigi Versiglia, tre missionari salesiani che hanno vissuto la loro missione con grande spirito di dono, dolcezza e fedeltà fino alla morte. La loro vita mi spinge a vivere la missione con coraggio, semplicità e piena fiducia in Dio. Sono modelli che mi ricordano che la missione è soprattutto un’offerta di sé nell’amore.
Come vivi l’esperienza del corso missionario (Corso Germoglio) e il ricevere la Croce Missionaria nel 150° anniversario della Prima Spedizione Missionaria?
Aver potuto partecipare alla 156ª spedizione missionaria è una grazia immensa e un’esperienza profondamente arricchente. Il corso missionario mi ha aiutato a comprendere meglio le sfide attuali della missione, le dinamiche interculturali, gli aspetti pastorali e le esigenze spirituali di questa vocazione. È anche un tempo di fraternità, di condivisione e di preparazione intensa, nel quale mi sento sostenuto da una vera comunità universale. Essere inviato come missionario è allo stesso tempo un onore e una responsabilità, che accolgo con gioia e umiltà. Questa esperienza conferma il mio appello e mi offre strumenti concreti per vivere la missione con discernimento e speranza.
Qual è il tuo messaggio ai giovani riguardo alla scelta missionaria e alla vocazione?
A tutti i giovani desidero dire: non abbiate paura di sognare in grande, non abbiate paura di rispondere alla chiamata di Dio! La vocazione missionaria è un’avventura straordinaria, fatta di incontri, scoperte, servizio e amore. Se senti dentro di te questa inquietudine, prenditi il tempo di ascoltarla, discernerla nella preghiera e nel dialogo. Osa dire di sì, anche se può sembrare folle o difficile! Il mondo ha bisogno di giovani coraggiosi, generosi e aperti, pronti a donarsi agli altri. La missione è una scuola di vita, un cammino di felicità e una risposta concreta all’amore di Dio.
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