Repubblica Democratica del Congo – Percorsi di rinascita per gli “shégués”, i bambini di strada

23 Novembre 2016

(ANS – Lubumbashi) – Vengono cacciati di casa perché accusati di stregoneria, di furti… o si allontanano gradualmente dalla famiglia di origine che, a causa della miseria, non si occupa di loro. Diventano quei minori che affollano le baraccopoli e i mercati delle enormi metropoli del continente, che dormono e vivono all’aperto, esposti a ogni forma di pericolo e violenza. Sono i bambini di strada, i cosiddetti “street children” o “shégués” nel gergo della strada: sono i figli dimenticati dell’Africa. Ma alle volte, alcuni di loro, incontrano dei Salesiani che decidono di prendersene cura; e allora può cambiare il loro destino.

Don Eric Meert, missionario salesiano belga, è uno dei responsabili dell’“Opera Mamma Margherita” di Lubumbashi, nella Repubblica Democratica del Congo. È lui, con fra’ Simeon, suo collaboratore, che avvicina i bambini di strada, di notte, nelle strade della metropoli africana. Il primo approccio è il momento più importante: bisogna trasmettere un affettuoso interesse per i piccoli, le loro storie… e poi li si invita a presentarsi a “Bakanja Ville”, il Centro salesiano di prima accoglienza per bambini di strada.

È fondamentale che la decisione di andare presso il centro salesiano sia dei bambini: solo dalla loro volontà può nascere la possibilità di una vita nuova. Quando i minori compiono tale passo, ricevono cure di primo soccorso, possono lavarsi, giocare in un luogo protetto sotto l’occhio vigile e amorevole dei religiosi e degli educatori.

E se poi mostrano di voler abbandonare definitivamente la vita di strada, possono seguire un percorso di riabilitazione lungo e articolato, che vede coinvolte le altre opere salesiane per la riabilitazione “Michele Magone” e “Cité des Jeunes” e che passa attraverso alfabetizzazione, scolarizzazione, assistenza psicologica e spirituale e, successivamente, formazione tecnico-professionale.

L’obiettivo del progetto è duplice: quello del ricongiungimento alla famiglia, ove possibile, che passa attraverso il lavoro dei Salesiani, degli psicologi e, non ultimo, degli assistenti sociali.

Il secondo, in stile salesiano, è quello di assicurare un futuro ai bambini che non hanno più riferimenti familiari, perché orfani o perché nell’impossibilità di avere contatti o rapporti con i genitori o altri parenti.

Perché un adulto che vive una vita dignitosa può a sua volta assicurare un avvenire sereno ai propri figli e contribuire allo sviluppo del proprio paese.

Fonte: Missioni Don Bosco

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