Nell’ambito del tema generale del convegno – “Il Santuario: casa di consolazione e di speranza. Venite a me voi tutti che siete stanchi e oppressi ed io vi darò ristoro” – la riflessione del salesiano si è concentrata sul tema specificamente salesiano della dimensione giovanile, e in particolare di quella del disagio, evidenziando le opportunità che i santuari d’Italia hanno per contribuire a dare risposte dense di significato ed efficaci.
L’intervento ha offerto un’ampia analisi delle condizioni che oggi segnano la vita delle nuove generazioni, in un contesto culturale e sociale profondamente mutato rispetto al passato. Don Sala ha individuato alcune delle principali sfide antropologiche che incidono sul modo in cui i giovani vivono la propria identità e costruiscono il proprio futuro: il rapporto con il corpo e con l’affettività, la ricerca della verità in un mondo frammentato, gli effetti della cultura digitale, la disaffezione verso le istituzioni e, allo stesso tempo, il desiderio di partecipazione e di comunità. A queste si aggiunge la crescente inquietudine spirituale e la fatica di compiere scelte vocazionali mature, in un tempo segnato da incertezze e da una profonda fragilità relazionale.
Accanto alle sfide culturali, don Sala ha delineato un quadro delle povertà emergenti che attraversano la condizione giovanile: non solo quella economica, ma anche quella culturale, affettiva e relazionale, fino alla povertà spirituale e religiosa.
La sua relazione, tuttavia, non ha voluto solo elencare le sfide, ma in ottica pienamente salesiana si è volta alla speranza, presentando in conclusione i “tanti motivi per sperare”, evidenziando come, per la loro intrinseca natura, i santuari possano e debbano diventare spazi di accoglienza, ascolto e accompagnamento dei giovani.
Per questo nel suo intervento, il relatore ha invitato i partecipanti a interrogarsi sul ruolo dei Santuari nel rapporto con i giovani e a chiedersi in che misura questi luoghi sacri siano in grado di offrire percorsi di riconciliazione, dialogo e crescita personale. Nelle sue salutari provocazioni finali, don Sala ha invitato i convenuti a ragionare su quali siano le sfide maggiormente presenti nella popolazione giovanile del proprio territorio; su quali siano i sintomi che le rendono manifeste e problematiche; e su quali siano le iniziative, già in atto o attuabili, per dare delle riposte.
In particolare, il docente salesiano ha invitato a ragionare sul santuario come luogo dove i giovani possano sentirsi accolti senza essere giudicati, e dove possano fare esperienza diretta della misericordia di Dio; ecco perché l’ultima provocazione l’ha lanciata in merito al servizio ministeriale della Riconciliazione e alle modalità per qualificarlo e diffonderlo ulteriormente.
Il successivo momento di confronto ha arricchito la sessione, con interventi e precisazioni che hanno evidenziato la necessità di santuari sempre più aperti alle domande dei giovani e attenti alle nuove forme di povertà che attraversano il nostro tempo.
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