Siria – La paura, la solidarietà e l’impegno: il terremoto raccontato dai giovani di Aleppo

14 Febbraio 2023

(ANS – Aleppo) – È un microcosmo di umanità ancora sotto choc, quello che sopravvive e si rifugia nella casa salesiana di Aleppo. “Abbiamo vissuto più di 10 anni di guerra, ma forse questi momenti sono i più terribili, a causa del terrore che abbiamo sperimentato… Non possiamo descrivere ciò che abbiamo vissuto” afferma Joelle Klzi, animatrice dell’oratorio salesiano. Eppure, si tratta di persone dotate anche di una grande resilienza, che riescono a trovare anche in questa situazione la capacità di ringraziare chi si è prodigato per loro, come i Figli di Don Bosco. “I salesiani hanno aperto le loro porte, non ci è mancato nulla… Li ringraziamo di cuore, perché oltre al sostegno materiale, c’è stato quello morale” testimonia da parte sua Judy Elia, una giovane di Aleppo.

Sin dal 6 febbraio, e proseguendo poi nei giorni successivi, la Delegazione di Comunicazione Sociale dell’Ispettoria salesiana “Gesù Adolescente” del Medio Oriente (MOR) ha raccolto diverse testimonianze da parte dei giovani sopravvissuti accolti al centro “Don Bosco” di Aleppo. Dalle loro parole emergono sia la paura dei primi momenti, ma anche la solidarietà sperimentata e il senso di sollievo di trovarsi insieme stretti nell’abbraccio salesiano.

Racconta, ad esempio, il piccolo Micho: “È stato un terremoto terribile: ci siamo svegliati presi dalla paura e abbiamo aspettato che terminassero le scosse, perché stavano cadendo i muri. Siamo scesi, c’era tanta pioggia e abbiamo dormito fuori casa. Ma ora non ho paura, perché sono al ‘Don Bosco’ a giocare con i miei amici”.

“Eravamo a letto quando è avvenuto e in pochi secondi siamo scesi per strada – condivide invece la giovane Judy Elia, dentista –. Non abbiamo portato nulla con noi, la nostra unica preoccupazione era allontanarci da casa. Abbiamo cercato un posto aperto, lontano dai palazzi, in una situazione molto difficile, perché stava anche piovendo (…). E dal giorno del terremoto, siamo qui. I salesiani hanno aperto le loro porte, non ci è mancato nulla. Ci hanno consegnato coperte, materassi, tre pasti al giorno… Li ringraziamo di cuore, perché oltre al sostegno materiale, c’è stato quello morale”.

“Ciò che abbiamo vissuto era troppo grande! Siamo scesi per strada scalzi, correvamo, eravamo sotto la pioggia, non avevamo indumenti adeguati… Siamo rimasti così dalle 4 di notte alle 7 del mattino. Avevamo tanta paura” ricorda ancora con angoscia Nadia Ebed, casalinga. Il soccorso però è arrivato dal “Don Bosco Aleppo”, dove, conclude la donna, “ci hanno accolti insieme a tanta gente”.

Sull’impegno dei salesiani e dei loro collaboratori ha parlato Stephanie Sultanem, studentessa di Medicina, in questi giorni operativa presso l’oratorio salesiano. “Dopo il terremoto abbiamo realizzato un punto raccolta medicinali per il gran numero di persone che sono tra noi. È per servire la gente, perché tante persone sono scappate da casa senza poter prendere le medicine e non possono più rientrarvi per l’insicurezza delle strutture”.

Le prove che stanno affrontando migliaia di persone in Siria oggi sono davvero estreme: “Non so fino a che punto la gente possa guardare al futuro con speranza, soprattutto dopo lunghi anni di guerra” riporta sul finire del suo intervento Joelle Klzi.

Che però conclude: “So solo che il Signore ci ha salvati da una morte certa”.

Queste e altre testimonianze sono disponibili nell’apposita playlist su “ANSChannel”.

Harris Pakkam

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