Venezuela – In soccorso dei minori in situazione di strada

26 Ottobre 2017
Foto: El Universal

(ANS – Caracas) – All’alba e al tramonto la realtà di tanti bambini e giovani di Caracas diviene evidente: ognuno ha la sua storia, ma in comune c’è la vita di strada. Tra le istituzioni pioniere nella cura dei ragazzi in questa condizione ci sono la “Red de Casas Don Bosco” e l’opera “Patio Abierto Don Bosco”.

“Io non sono uno che se ne sta a casa, il mio posto è la strada, ci lavoro e ci resto” afferma un adolescente che insieme ad un gruppetto di altri ragazzi vive per strada, dormendo dove lo raggiunge la notte.

Ci sono molte ragioni per cui tanti bambini e ragazzi di Caracas vivono in questo modo, ma quasi sempre l’elemento determinante è la condizione familiare: violenze domestiche, mancanza di cibo… alle volte, semplicemente, i ragazzi si sentono meglio lontano da casa e nella strada trovano la fuga dai loro problemi.

Per Leonardo Rodríguez, Presidente di “Red de Casas Don Bosco”, associazione senza scopo di lucro che si occupa di aiutare ogni giorno bambini e ragazzi di strada, il problema risiede fondamentalmente nell’assenza di politiche pubbliche che garantiscano l’esercizio dei diritti dei minori e, d’altra parte, dal numero di organizzazioni e persone volontarie che vanno a consegnare cibo a questi bambini – un’attività che è aumentata negli ultimi mesi.

Per promuovere il reintegro sociale di questi minori, ha spiegato, l’impegno deve andare oltre un piatto di cibo, il quale, nonostante rappresenti una buona azione, li abitua ad aspettarsi che le loro necessità vengano facilmente soddisfatte da altri.

Presso il “Patio Abierto Don Bosco”, ha invece raccontato Alexander García, uno degli educatori responsabili del centro, il lavoro con i minori è più ampio: vengono accolti tutti i giorni dalle 9 del mattino e lì possono riposare, guardare la televisione, fare sport, lavarsi, lavare i propri vestiti… Ma al tempo stesso vengono accompagnati con dei percorsi di reinserimento sociale, a livello scolastico e lavorativo.

Gli educatori del “Patio Abierto Don Bosco”, così come quelli dell’associazione analoga “Ámbar” – che si occupa delle ragazze a rischio sociale e di sfruttamento sessuale – escono per le strade 4 volte a settimane per invitare i minori presso il loro centro, primo contatto per avviare un cammino che tuteli davvero i loro diritti e migliori la qualità della loro vita.

Le strade di Caracas sono piene di persone in questa condizione, non solo minori, con problemi di tossicodipendenza, alcoolismo, disturbi comportamentali… Per andare incontro alle loro esigenze c’è bisogno di un grande sforzo da parte delle istituzioni. Intanto, educatori ed assistenti sociali continuano a compiere il loro servizio con buona volontà e a fornire ai bisognosi tutto l’aiuto possibile.

Fonte: El Universal

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